Io non conosco
l’inferno
e però questo posto
gli assomiglia tantissimo…
Guardo fuori
della baracca
ed io vedo calare la sera
i cani abbaiano forte
ma i soldati non berciano più.
Ma nella sera,
alcune persone
si avviano verso la torre
e nessuno di loro ritorna
da dove la torre sputa
frammenti delle loro ossa
e gemme di cenere umana.
A volte, oltre
il filo spinato
arrivano con le cineprese
e qualcuno mi chiama
per riprendere la mia prigionia.
Allora io
solleva la manica
del mio pigiama a righe
e rivelo il mio polso magrissimo
e là è scritto il numero
con il quale sono stato marchiato
come fossi una bestia al macello.
Non ho più
padre né madre
mi rimane un fratello gemello
ma lo vedo piuttosto di rado
e solo nella stanza dell’orrore.
In quella
stanza c’è lezzo di dolore
ed un dottore davvero crudele
con le lame mi scava la carne
con il fuoco chiude le mie ferite
alcuni corpi non si muovono più
il cervello si perde sul pavimento.
Esperimenti…ed
inutili morti
per il delirio di onnipotenza
per il segreto della clonazione
da giocarsi sulla mia pelle.
Ma adesso e
con i miei occhi
io vedo avanzare le tenebre
sento il fuoco e dopo il gelo
nutrirsi del cuore e dell'anima
sicché il mio destino al declino
diventa capitolo di Storia.
Io non conosco
l’inferno
e però, seppure bambino
è là che sono morto…
N° 3020 - 5 ottobre 2015
Il Custode
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