Avevo un sogno
adesso sommerso dal sangue
che travolge le mie parole
ferme in bilico dentro la gola
mentre io volevo dirle alla gente
accorse nelle piazze di Memphis.
Io, sotto il
cielo del Tennessee
ferito a morte da un cecchino
con un solo e preciso proiettile
a creare un antro nella mia testa
dal quale scivola via la mia vita
ed ogni sogno da me coltivato.
Mentre muoio
osservo le nuvole
steso sul balcone di questo hotel
che sospinte dal vento di aprile
formano un lembo di soffice ovatta
e sono belle ma hanno premura
pare vogliano sfuggire il dolore.
Cosa sarà dei
miei fratelli
portati via dalle foreste africane
e tutt’ora trattati da schiavi?
Io, un fautore della non-violenza
quali argomenti potrei inventare
per mitigare la loro ira?
Ho marciato,
ho sputato sudore
per convincere i fanatici e gli stolti
che i neri hanno i loro stessi diritti
e condividono i medesimi doveri
ma i pensieri da me elaborati
ora sfumano mescolandosi al piombo.
La paura…certo
che io l’ho avuta
ogni qualvolta salivo sul palco
perché ero conscio che tra la folla
poteva nascondersi uno stupido folle
pronto ad uccidermi solo in virtù
della presunta supremazia bianca.
Noi non saremo
mai simili
tuttavia siamo ospiti di questa terra
vorrei gridarlo però il mio respiro
si frantuma dentro i miei polmoni
adesso saprò chi c’è oltre le tenebre
ma dannazione…io avevo un sogno!
N° 3015 - 29 settembre 2015
Il Custode
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