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lunedì 14 settembre 2015

PLUMBEO

Plumbeo
che pare un sortilegio
il pianto di una fattucchiera
per un’inutile pozione
poiché l’amore fu utopia
un miraggio dentro un’arbanella.

Disperazione di un Dio
che riposò l’ultimo giorno
infine osservò il suo creato
e s’avvide dell’errore
d’aver generato il mostro
la stirpe di Adamo ed Eva.

Gocce di pioggia
sulle foglie, sopra le ninfee
incresparono sopra il lago
cerchi concentrici e dolore
quasi fosse l’addio di Ophelia
ma era soltanto un temporale.

Pennellata di antracite
dipinse le nuvole stanche
che come anziane o moribonde
si abbandonarono al vento
per viaggiare le stagioni
ed i secoli, e le valli.

Poi s’addormentò, il poeta
senza sogni né speranze
il cuore diventò di tenebra
proprio come il cielo intero
e riverso sul selciato
infine smise i propri battiti.

  N° 2999 - 8 settembre 2015

                                                       Il Custode

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