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venerdì 4 settembre 2015

ATTENDO LA MAREA

Attendo la marea salire
a coprire questa devastazione
e davanti ai miei occhi spenti
si presenta il mio ultimo sogno
e quel sogno talmente oscuro
ha il sapore delle tue labbra.

Se ripiego nell’entroterra
scamperò alla furia dell’onda
ma morire è il disagio minore
il problema è rinascere ancora
e stringere fra i denti da latte
il pensiero di quando mi amavi.

Il mio nome è la eco del tuono
Daemon o dannato, io non ricordo
ma il mio sangue è lava bollente
acido in viaggio per le fognature
da quando mi negasti il tuo sguardo
o forse fui io a non saperlo vedere.

La mia carcassa di scricciolo
scivola via in balìa della corrente
come una serpe ho mutato la pelle
adesso posseggo un sorriso di ghiaccio
ed ali di pece, unghie di alabastro
un cuore che tace le sue paure.

Ma sotto le acque c’è un intero mondo
dentro quel mondo la tua fragranza
io credevo che tu fossi salsedine
un nero corallo, dopo spuma d’oceano
in realtà sei una ninfea appassita
che naviga docile il lago di Ophelia.

  N° 2990 - 29 agosto 2015

                                                   Il Custode

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