Ti seguirò, o
bella morte
sul tuo sentiero di rose nere
appagato per avere vissuto
le tue labbra dal gelido bacio.
Un corteo di
fuochi fatui
sulla terra di umida pioggia
fango e dolore nella mia bocca
mi disseteranno durante il viaggio.
C’è la notte,
e la notte è magnifica
e la luna che mi tende la mano
poiché io, timido al tuo cospetto
non vorrei fossi delusa da me.
Ma sei
bellissima, o bella morte
sul tuo giaciglio di filo spinato
con il sangue di falene e libellule
che dipinge le tue pallide gote.
Io ero un
uomo, ne sono pentito
ora supino nel tuo dolce grembo
sono un Dio che ritrova vigore
sono un demone destinato a regnare.
Nelle tenebre,
dove odo i tuoi passi
io non vedo ma non me ne curo
perché guidato dal tuo profumo acre
io mi abituo a fare parte del nulla.
N° 2997 - 6 settembre 2015
Il Custode
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