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giovedì 24 settembre 2015

LEGGENDA DEL GRANDE DRAGO BIANCO

Dicono che fu un terremoto
a destarlo dal suo lungo sonno
ma era la marcia dell’invasore
che approdava alla sua patria
sicché egli sollevò terra ed erba
sotto le quali riposava da secoli.

Spalancò le sue ali maestose
e tra le lapidi e le croci celtiche
lanciò il suo grido terrificante
che attraversò il cielo pagano
abbattendo di rovente tormenta
i campanili delle vecchie chiese.

Distante, ben oltre la vallata
si trascinava la folla rassegnata
sopra le zolle impregnate di sudore
versato dalla gente del posto
tributo pagato a ministri e vescovi
esseri avidi di denari e privilegi.

Dicono che il suo manto albino
lo rendesse visibile per molte miglia
dentro i frammenti delle tenebre
ma allevato da una strega bambina
egli mescolò la sua anima guerriera
ad un cuore di fragile sognatore.

Sopra le coste della sua isola
calavano come insetti voraci
orchi neri giunti dall’Africa profonda
e crudeli demoni del Medio Oriente
dentro gli occhi la brama della morte
dentro il petto soltanto la eco del nulla.

I volti chiari della sua gente
ancora più pallidi per la paura
sui promontori, tra le colline
osservavano le orde dei barbari
fare tremare gli alberi e gli scoiattoli
mettere in fuga le api e le cicale.

Dicono che egli fosse un impavido
perché nessuno gli insegnò il timore
sicché si scagliò sopra i malvagi
ed incurante di frecce e scimitarre
li stritolò fra i suoi artigli
li incenerì col suo fiato di fiamma.

I ministri ed i vescovi, alquanto adirati
schierarono l’esercito contro di lui
poiché servire gli orchi ed i demoni
l’avrebbe resi più ricchi e potenti
ma i soldati voltarono le spalle
e combatterono al fianco del drago.

E pure il popolo infine si sollevò
adoperò ogni arma e risorsa
per respingere i neri ed i tagliagole
la sabbia divenne tappeto di cadaveri
il mare dipinse come fosse corallo
e l’invasore fu scacciato per sempre.

Dicono che venne ferito cento volte
ciononostante guarì in un lampo
tra il tripudio di signori e villani
egli tornò al suo giaciglio sepolto
ma non mancano mai dove egli riposa
le rose nere ed i messaggi d’amore.

  N° 3007 - 19 febbraio 2015

                                                      Il Custode

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