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mercoledì 30 settembre 2015

LA SPOSA DELL'IMPICCATO

La notte
quale fedele alleata
intanto la luna la osserva
le bacia i capelli ed il viso
e lei pare uno spettro
mentre percorre il sentiero
che la riconduce, la notte
verso il sentiero del bosco.

Lei semina briciole
di sangue freddo e lucente
che scivola via dal pugnale
stretto nella sua mano
cade e si mescola all’erba
tinge le foglie appassite
si posa sui ricci delle castagne
che le feriscono i piedi nudi.

Era una sposa innamorata
adesso è soltanto la vedova
dell’uomo che bestemmiò Dio
in un impeto di estrema saggezza
in un istante di profondo dolore
e però in quel villaggio
governato da santi mancati
sembrò la peggiore delle blasfemie.

Un’eresia imperdonabile
un’onta da lavare con il sangue
la punizione della lapidazione
seguita poi dal patibolo
allora vennero con i forconi
con le torce e le ingiurie
gli uomini e diverse donne
perfino qualche bambino.

Egli non si ribellò
sapeva bene il proprio destino
un ultimo sguardo alla moglie
per chiederle un perdono silente
dopo svanì in direzione delle tenebre
scortato dal fastidioso vociare
di quella gente eccitata
divorata dall’odio e dalla violenza.

Poi giunse un pallido sole
a pitturare l’intera piazza
dove il reverendo, sbavando
gridò la condanna decisa
alla folla in pieno delirio
ai folli che si agitavano
il reverendo, un onnipotente
osannato dai suoi spettatori.

Sicché decretò la sentenza
che l’uomo venisse impiccato
appeso al ramo del faggio
in direzione del primo vento
dopo, con un masso al collo
gettato dentro i cerchi dell’acqua
dove sarebbe affondato
come una pietra di fiume.

La notte
quale sublime complice
fu quello il momento in cui
avvenne l’agognata vendetta
quando la sposa dell’impiccato
sorprese il reverendo nel sonno
con cento pugnalate nel petto
una per ogni lacrima trattenuta.

Dopo ha scelto la propria morte
sopra le acque dello stesso fiume
come un candido fiore di loto
come una bellissima ninfea
nel punto in cui riposa il suo amore
l’uomo ritenuto indegno
di riposare nella terra consacrata
in mezzo alle croci, sotto il marmo.

Ma nessuno dei miserabili villani
la ha affidata a cristiana sepoltura
in quel fottuto villaggio
governato da santi mancati
tutti piansero il reverendo
portarono il lutto diversi lustri
e proseguirono mestamente
a vivere la loro ignobile vita.

  N° 3011 - 24 settembre 2015

                                                         Il Custode

martedì 29 settembre 2015

TI OSSERVO E MI QUIETO

Seduto in maniera confusa
sopra la sedia di paglia
io mi cullo con estremo garbo
al suono di quella melodia
che ascolto nella mia mente.

Adesso bisbiglio una litania
pare quasi una ninna nanna
per te, appoggiata al guanciale
all’altro capo del letto
dall’altra parte della vita.

Comunque mi sento agitato
da questa atmosfera lugubre
però ti osservo e mi quieto
poiché i miei occhi si perdono
sulle tue labbra sublimi.

Io guardo il tuo viso
e non è mai stato più bello
con quella ruga di sangue
in bilico sulla tua guancia
che poi cade sopra il lenzuolo.

Chissà qual’era il tuo nome…
io ho scordato di chiederlo
con le spalle sullo schienale
ed il capo un po’ reclinato
tu sei davvero irresistibile.

Io temo il mio pentimento
che è un segno di debolezza
però ti osservo e mi quieto
dopo riprendo a danzare
sulle mie note silenti.

  N° 3010 - 23 settembre 2015

                                                          Il Custode

domenica 27 settembre 2015

DISTANTE QUANTO L'AMORE

E’ un orizzonte di fuoco
capace di bruciarti l’anima
e se non fosse per la brezza
tu oramai saresti cenere
e la tua vita un punto minuscolo
perduto in un cielo immenso.

Di sicuro non era destino
e distante quanto l’amore
il respiro si è fatto sussurro
troppo flebile per ascoltarlo
sicché preferimmo tacere
per non coprirlo con le parole.

Però una scheggia di vento
infingarda quanto è il silenzio
ha spalancato i propri artigli
e tra gli artigli il tuo profumo
come potrei scordarmi di te
senza annegare dentro il rimpianto?

E d’improvviso mi appare
intorno all’aura della luna
il tuo nome, il tuo profilo
tu li pronunci con un fil di voce
ciononostante è sufficiente
perché mi riscopra innamorato di te.

  N° 3009 - 22 settembre 2015

                                                          Il Custode

sabato 26 settembre 2015

QUANDO VEDO LA BELLEZZA

Una carezza dolcissima
sulle pareti dell’anima
tu, sempre dentro i miei occhi
e la tua eco in fondo al cuore.

Amore di fattura gotica
oscuro garbo nella mia vista
io, in punta delle tue labbra
assaporo una vita appagante.

Né luna, né crepuscolo magico
si comparano innanzi a te
poiché io, quando vedo la bellezza
sto ammirando solamente il tuo viso.

  N° 3008 - 20 settembre 2015

                                                          Il Custode

giovedì 24 settembre 2015

LEGGENDA DEL GRANDE DRAGO BIANCO

Dicono che fu un terremoto
a destarlo dal suo lungo sonno
ma era la marcia dell’invasore
che approdava alla sua patria
sicché egli sollevò terra ed erba
sotto le quali riposava da secoli.

Spalancò le sue ali maestose
e tra le lapidi e le croci celtiche
lanciò il suo grido terrificante
che attraversò il cielo pagano
abbattendo di rovente tormenta
i campanili delle vecchie chiese.

Distante, ben oltre la vallata
si trascinava la folla rassegnata
sopra le zolle impregnate di sudore
versato dalla gente del posto
tributo pagato a ministri e vescovi
esseri avidi di denari e privilegi.

Dicono che il suo manto albino
lo rendesse visibile per molte miglia
dentro i frammenti delle tenebre
ma allevato da una strega bambina
egli mescolò la sua anima guerriera
ad un cuore di fragile sognatore.

Sopra le coste della sua isola
calavano come insetti voraci
orchi neri giunti dall’Africa profonda
e crudeli demoni del Medio Oriente
dentro gli occhi la brama della morte
dentro il petto soltanto la eco del nulla.

I volti chiari della sua gente
ancora più pallidi per la paura
sui promontori, tra le colline
osservavano le orde dei barbari
fare tremare gli alberi e gli scoiattoli
mettere in fuga le api e le cicale.

Dicono che egli fosse un impavido
perché nessuno gli insegnò il timore
sicché si scagliò sopra i malvagi
ed incurante di frecce e scimitarre
li stritolò fra i suoi artigli
li incenerì col suo fiato di fiamma.

I ministri ed i vescovi, alquanto adirati
schierarono l’esercito contro di lui
poiché servire gli orchi ed i demoni
l’avrebbe resi più ricchi e potenti
ma i soldati voltarono le spalle
e combatterono al fianco del drago.

E pure il popolo infine si sollevò
adoperò ogni arma e risorsa
per respingere i neri ed i tagliagole
la sabbia divenne tappeto di cadaveri
il mare dipinse come fosse corallo
e l’invasore fu scacciato per sempre.

Dicono che venne ferito cento volte
ciononostante guarì in un lampo
tra il tripudio di signori e villani
egli tornò al suo giaciglio sepolto
ma non mancano mai dove egli riposa
le rose nere ed i messaggi d’amore.

  N° 3007 - 19 febbraio 2015

                                                      Il Custode

mercoledì 23 settembre 2015

UN RIFLESSO

Sanguina
riverso dentro lo specchio
il tuo riflesso si agita
e pare dire una supplica
che io non riesco a sentire.

Perdonami
io non sono fatto d’amore
e mentre io te lo giuro
si contorce il tuo bel viso
in una smorfia inumana.

Grida!
Forse un tuo urlo graffiante
potrebbe incrinare quel vetro
oltre i frammenti saresti libera
seppure comunque da sola.

Insensibile
io osservo le tue labbra
intente a dirmi qualcosa
forse chiamano il mio nome
forse mi sputano il tuo odio.

Addio
devo tornare al mio nulla
agli incubi che ho cesellato
per terrorizzare chiunque
si intestardisce al mio fianco.

Frastuono…
lo specchio è in mille frantumi
tu muovi i tuoi primi passi
dopo crolli sul pavimento
e muori fra la mia indifferenza.

  N° 3006 - 18 settembre 2015

                                                         Il Custode

lunedì 21 settembre 2015

BREZZA D'AUTUNNO

Respira con molta calma
questa docile brezza d’autunno
ed avrai antichi pensieri
ritroverai ricordi distanti
ed una sensazione di pace
che credevi di avere perduto.

Le nuvole appaiono ardesia
grigie come i tetti di Genova
una città maestosa e gotica
e però oltre c’è il sole
che ti lascia un lieve sorriso
da consegnare al crepuscolo.

Ecco…è quello l’istante
che tu aspettavi da sempre
un veloce ritocco di fuoco
che si affaccia sul mare
il tuo tramonto è bellissimo
lo sarà anche la tua notte.

Che sguardo meraviglioso
lo sguardo in fondo ai tuoi occhi!
C’è scritta la luna intera
incollata alla volta notturna
è questo il solo motivo
per il quale tu adori le tenebre.

Un filo di nostalgia
sopra il quale sei equilibrista
l’estate, con un colpo di coda
ha lasciato il suo bacio rovente
è chiuso là, dentro il suo scrigno
e tu sola ne possiedi la chiave.

Vale la pena di vivere
è l’epitaffio del tuo passato
tu hai il mare e hai la salsedine
che senso può avere il dolore?
Non importa…mantieni il tuo segreto
io comunque non lo capirei.

  N° 3005 - 16 settembre 2015

                                                         Il Custode

domenica 20 settembre 2015

IMMOBILE

Silente
senza più nulla da dire
il battito flebile e stanco
infine il cuore si ferma.

Cosa potrebbe importare
se d’improvviso mi lascio andare?
Vedrò mondi mai immaginati
e ricordi che non hanno confini
e sofferenza oramai latente.

Immobile
tale è adesso il sospiro
che sospira dentro il mio petto
se io soltanto chiudessi gli occhi
cosa mai mi potrebbe accadere?
Nulla se non finalmente morire.

  N° 3004 - 15 settembre 2015

                                                          Il Custode

sabato 19 settembre 2015

BABBO NELLA NEVE

Babbo è partito, è lontano
col fucile e le scarpe di cartone
quando scrive si lamenta del freddo
e racconta della candida neve
dove a volte si addormenta qualcuno
e pare non voglia svegliarsi mai più.

Ha un cappotto di stoffa pesante
è così anche per il suo berretto
e però quando la tormenta infuria
nulla potrebbe riparalo dal gelo
solamente il caffè nella tazza
che lui sorseggia con parsimonia.

Io non so quanto tempo è trascorso
dal suo ultimo bacio sulla mia fronte
sono troppo piccolo per contare i giorni
ma so che lui mi manca davvero
allora lo aspetto alla mia finestra
ed intanto osservo le stelle.

Sento gli adulti parlare della guerra
sembra sia un posto dove muoiono tutti
io non credo a quelle parole cattive
e sono orgoglioso perché la maestra
mi dice che babbo è sul suolo russo
ed è un eroe siccome i suoi camerati.

Eppure oggi è arrivata una lettera
con la ceralacca ed il fascio littorio
mamma l’ha letta con calma intensa
dopo le lacrime hanno rigato il suo viso
ed io, nascosto dietro la grossa tenda
ho pianto senza capirne il perché.

Io non so quanto tempo è trascorso
da quando mamma veste solo di nero
sono troppo piccolo per imparare i colori
ed il significato che la gente dà loro
sicché nel frattempo io aspetto babbo
e lo chiamo da oltre le stelle.

  N° 3003 - 12 settembre 2015

                                                          Il Custode

giovedì 17 settembre 2015

UNA LUNA D'AMIANTO

Una luna d’amianto
cancerogena e triste
pianse gocce di chemio
ed infettò stelle e mari.

Ma la psicopatica notte
aprì il suo vasto grembo
ed offrì loro ricovero
e il tempo di proliferare.

Sicché un lupo ed un gatto
sognatori romantici
unirono le loro voci
per confortare la luna.

E le giovani stelle
con un sorriso e un inchino
scelsero ognuna una dimora
giusto al centro del cielo.

Ed i mari in movimento
chetarono le proprie onde
accolsero squali e balene
tra le braccia capienti.

La notte dipinse la valle
di tenebre e di luce lieve
felici il lupo ed il gatto
si addormentarono esausti.

  N° 3002 - 11 settembre 2015

                                                         Il Custode

mercoledì 16 settembre 2015

HO UN CUORE

Ho un cuore di stoffa ed acciaio
cucito con il filo spinato
che sanguina ruggine d’acido
il battito è tempesta sul mare.

Adesso e sotto le onde
incastrato alle mura di Atlantide
si fa muto per poter ascoltare
il canto delle balene in amore.

Dopo adopera liquido seminale
per dipingere i coralli e le alghe
che diventa nettare per le sirene
vergini, e non certo per loro scelta.

Si avvicina un insolente delfino
ma intimorito dal suo lamento
lo lascia appoggiato alla sabbia
sotto lo sguardo di una murena.

E nessuno dalla superficie
sembra ancora ricordarsi di lui
che scintillava dentro il mio petto
ogni qualvolta incrociavo il tuo viso.

E però tu, spersa nei tuoi dolori
gli negasti le labbra e il sorriso
ed allora egli, sentendosi solo
si è rifugiato sulla via dell’oblio.

Ho un cuore di polena antica
un relitto in fondo all’oceano
il silenzio sarà la tua condanna
per avere ignorato il suo pianto.

  N° 3001 - 10 settembre 2015

                                                         Il Custode

martedì 15 settembre 2015

LA BEATITUDINE DELL'ERETICO

Adesso e per sempre
il dolore è passato
seppure pareva interminabile
e le mie ceneri, le mie ossa
riposano al suolo
dopo il bacio rovente del fuoco
dopo le ingiurie
che mi urlavano dalla piazza gremita.

Stolti ed ignoranti
facili vittime delle menzogne
che raccontano i vescovi
che impongono
con la minaccia del peccato
l’incubo di un inferno distante
che non esiste
come non esiste il paradiso.

Ma io sto bene
benché eretico e senza Dio
ho raggiunto la beatitudine
e la mia anima danza
appagata dall’oblio raggiunto
dopo avere pagato la colpa
dell’abiura e della negazione
verso la religione e verso i santi.

Pacifica morte
io vorrei la vedessero tutti
coloro i quali
con le croci ed armati della Bibbia
sacrificano le loro vite
per un ideale fittizio
ed ignorano che alla dipartita
imboccheranno il sentiero del nulla.

  N° 3000 - 9 settembre 2015

                                                        Il Custode

lunedì 14 settembre 2015

PLUMBEO

Plumbeo
che pare un sortilegio
il pianto di una fattucchiera
per un’inutile pozione
poiché l’amore fu utopia
un miraggio dentro un’arbanella.

Disperazione di un Dio
che riposò l’ultimo giorno
infine osservò il suo creato
e s’avvide dell’errore
d’aver generato il mostro
la stirpe di Adamo ed Eva.

Gocce di pioggia
sulle foglie, sopra le ninfee
incresparono sopra il lago
cerchi concentrici e dolore
quasi fosse l’addio di Ophelia
ma era soltanto un temporale.

Pennellata di antracite
dipinse le nuvole stanche
che come anziane o moribonde
si abbandonarono al vento
per viaggiare le stagioni
ed i secoli, e le valli.

Poi s’addormentò, il poeta
senza sogni né speranze
il cuore diventò di tenebra
proprio come il cielo intero
e riverso sul selciato
infine smise i propri battiti.

  N° 2999 - 8 settembre 2015

                                                       Il Custode

domenica 13 settembre 2015

LASCIAMI ENTRARE

Questa notte è bellissima
senza le stelle invadenti
mentre la luna è un frammento
sperduto laggiù all’orizzonte
questa notte è magnifica
adagiata sull’intera vallata.

Tu sei nella tua dimora
triste come chi non ha sogni
eppure possiedi uno sguardo
che ti rende davvero sublime
tu sei sola nella cucina
e sarai vittima della mia furia.

Io ti spio da dietro i vetri
sono un’ombra nella boscaglia
questa tua casa isolata
profumerà della tua dipartita
io ti spio e tu non mi vedi
ucciderti sarà facile e bello.

Le nuvole sono curiose
e si fermano in mezzo al cielo
come spettatori in platea
pregustano l’orrendo spettacolo
le nuvole sono morbose
hanno fame della tua tragedia.

Il tuo cuore pare sentire
che qualcuno ti osserva nel buio
guardi fuori, verso le tenebre
nessuna lucciola è là ad aiutarti
il tuo cuore sembra implodere
e bussa con forza allo sterno.

Sospiro perché sono pronto
ma stringo fra i denti l’attesa
ho desiderio del tuo sangue dolce
della tua meravigliosa paura
sospiro perché è il momento
…dai, lasciami entrare.

  N° 2998 - 7 settembre 2015

                                                       Il Custode

sabato 12 settembre 2015

BELLA MORTE

Ti seguirò, o bella morte
sul tuo sentiero di rose nere
appagato per avere vissuto
le tue labbra dal gelido bacio.

Un corteo di fuochi fatui
sulla terra di umida pioggia
fango e dolore nella mia bocca
mi disseteranno durante il viaggio.

C’è la notte, e la notte è magnifica
e la luna che mi tende la mano
poiché io, timido al tuo cospetto
non vorrei fossi delusa da me.

Ma sei bellissima, o bella morte
sul tuo giaciglio di filo spinato
con il sangue di falene e libellule
che dipinge le tue pallide gote.

Io ero un uomo, ne sono pentito
ora supino nel tuo dolce grembo
sono un Dio che ritrova vigore
sono un demone destinato a regnare.

Nelle tenebre, dove odo i tuoi passi
io non vedo ma non me ne curo
perché guidato dal tuo profumo acre
io mi abituo a fare parte del nulla.

  N° 2997 - 6 settembre 2015

                                                      Il Custode