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martedì 12 maggio 2015

UN GRANDE AMORE

Lei lo incontrò al crepuscolo
dentro una sera qualsiasi
mentre il cielo vomitava, incessante        
una tormenta di lucciole e neve
che lasciava esterrefatta
la primavera che si accingeva a brillare.

-Tu chi sei con il passo pesante
nel mio cuore e nella mia anima?-
“Non lo so e non mi importa saperlo
ciò che so io lo tengo per me
poiché il mio destino è morire
oltre il sole e le montagne ed i mari”.

E sotto una coltre di nuvole
lei lo guardò dentro lo sguardo
-Amami prima che te ne vada-
fu la supplica che disse la donna
e però egli rimase interdetto
non conoscendo ciò che lei invocava.

Distante, da dove io provengo
c’è un arcobaleno di lacrima e miele
io lo osservo e rimango estasiato
non rammento sensazione più bella
vorrei, certo, stringerti a me
ma non saprei da che parte iniziare”.

Allora lei raccolse il sorriso
e lo rinchiuse dentro il silenzio
solamente i suoi occhi parlavano
parole di pioggia e di tempesta
ed egli, nel timore di bagnarsi
si inoltrò oltre il muro di nebbia.

Poi la luna sussurrò qualche cosa
alle stelle assiepate ai suoi piedi
ma la donna fece una smorfia
ed un inchino da dama di corte
e mormorò infine: -Non fartene un cruccio
dopotutto non era che un grande amore-.

  N° 2901 - 11 maggio 2015

                                                   Il Custode

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