Lei lo
incontrò al crepuscolo
dentro una sera qualsiasi
mentre
il cielo vomitava, incessante
una
tormenta di lucciole e neve
che
lasciava esterrefatta
la
primavera che si accingeva a brillare.
-Tu chi sei con il passo
pesante
nel mio
cuore e nella mia anima?-
“Non lo
so e non mi importa saperlo
ciò che
so io lo tengo per me
poiché
il mio destino è morire
oltre
il sole e le montagne ed i mari”.
E sotto una coltre di nuvole
lei lo guardò
dentro lo sguardo
-Amami
prima che te ne vada-
fu la
supplica che disse la donna
e però
egli rimase interdetto
non
conoscendo ciò che lei invocava.
“Distante, da dove io
provengo
c’è un
arcobaleno di lacrima e miele
io lo
osservo e rimango estasiato
non
rammento sensazione più bella
vorrei,
certo, stringerti a me
ma non
saprei da che parte iniziare”.
Allora lei raccolse il sorriso
e lo
rinchiuse dentro il silenzio
solamente
i suoi occhi parlavano
parole
di pioggia e di tempesta
ed
egli, nel timore di bagnarsi
si
inoltrò oltre il muro di nebbia.
Poi la luna sussurrò qualche cosa
alle
stelle assiepate ai suoi piedi
ma la
donna fece una smorfia
ed un
inchino da dama di corte
e
mormorò infine: -Non fartene un cruccio
dopotutto
non era che un grande amore-.
N° 2901 - 11 maggio 2015
Il Custode
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