Io non sono
né mai più sarò
poiché dalla morte di Ophelia
il cor mio s’è chetato
e par non voglia lottare.
Non diverrò Re
di Danimarca
che alla testa dell’esercito
muove per i confini d’Europa
‘sì da vendicare uno spettro
che dalla torre mi invoca
e che io so appartenere
all’amato mio padre.
Maledetto dal
destino
or il dubbio mi consuma
che sia stata la mia vita
frutto di insana fantasia
una linea intinta di inchiostro
tracciata da un folle drammaturgo.
Sicché nel sangue
e tra i fili dell’erba
si placa ordunque il mio respiro
che la spada di Laerte
ebbe ragione nel duello
col veleno ed il tranello.
Io non amo
né mai più amerò
forse è questo il mio cruccio
l’aver sprecato l’esistenza
a perseguire una rivalsa
ch’io non seppi ottenere
per scoprire in punto di morte
d’aver miseramente fallito.
N° 2897 - 5 maggio 2015
Il Custode
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