Io sceglierò
per il tuo giaciglio
i fiori che tu più hai amato
un cuscino d’edera sotto il tuo capo
e petali viola sopra i tuoi seni.
Ti adagerò con
molto garbo
per non doverti ferire oltremodo
e manterrò pulito il tuo viso
dall’acqua e dal fango della palude.
Io sono
affranto e mortificato
d’averti stuprata tra queste sponde
e tutte le zanzare sulla tua pelle
mi infastidiscono a dismisura.
Perdona
bambina…non so dire altro
il mio mestiere è quello di uccidere
ma sono adirato con me stesso
con la natura che mi partorì folle.
Maledizione,
quanto sei bella!
Perfino adesso, con gli occhi sbarrati
che se io non fossi stato un orco
ti avrei amata di un amore profondo.
Ho mani violente
e baci mortali
sopra il tuo corpo, sulle tue labbra
perdona bambina…io sono pentito
ma non ti posso ridare la vita.
N° 2895 - 2 maggio 2015
Il Custode
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