ma era la voce del
demone
il rombo che spezzava il
cielo
distante, nell’oceano
Pacifico
sembrava bruciare come
fiamma
vomitata dagli Zero
giapponesi.
Sicché, oltrepassate le nuvole
si stagliarono
all’orizzonte
e poi, come gabbiani
voraci
scesero veloci in
picchiata
sicché, cogliendoci di
sorpresa
essi fecero scempio di
noi.
Figli del paese del sol levante
votati al sacrificio
estremo
ammetto che, benché io
gli odiassi
ne riconoscevo l’alto
valore
figli dell’infame
Giappone
si scagliarono sopra
Acqua di perla.
Non so quante vite perdemmo
a Pearl Harbor, la
mattina di dicembre
le navi colavano a picco
come fossero state di
carta
non ricordo quanto
sangue versammo
sotto un sole di
ghirlande ed oblio.
N° 3390 - 4 giugno 2018
Il Custode
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