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domenica 10 giugno 2018

LA MONTAGNA

Scende verso la valle
e mi fissa negli occhi
dopo mormora e impreca
parole che io non comprendo
ma che mi portano l’eco
di una morte brutale.

Pare essere piuttosto adirata
verso gli dei presuntuosi
contro l’umanità intera
e travolge nel suo cammino
alcuni fiori sdraiati all’ombra
ed animali che si annoiavano.

Intanto la pioggia la segue
come fosse un cane mansueto
dopo, in balìa di un raptus
gonfia i muscoli e il petto
e si prende tutta la scena
pregustando un martirio grandioso.

Non dimostra nessuna pietà
quando si tuffa sulla pianura
come un gabbiano affamato
sopra la cresta dell’onda
alla ricerca di anime sbadate
da mietere e rendere di fango.

Viene preceduta dal tuono
dopo un silenzio assordante
che mette paura alle allodole
e terrorizza api e formiche
e spiana a colpi di vomito
chiunque gli passa davanti.

Adesso mi siedo in un canto
in attesa della sua artigliata
dove potrei mai nascondermi
per sfuggire alla sua furia?
Sicché mi abbraccia e mi bacia
e mi uccide, la maledetta montagna.

  N° 3392 - 8 giugno 2018

                                                   Il Custode

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