e seppure alquanto
loquace
l’amante più desiderata
nelle calde sere
d’estate.
La mia voce è metallo fuso
ed il mio canto
spettina le spighe di grano
laddove attendono i
grilli.
Provo un sottile piacere
nel provocare la luna
‘ché io sono, ahimè,
vanitosa
siccome si addice a una
dea.
So che il ragno mi cerca
nel punto in cui ha teso
la tela
lo stesso è per la
cavalletta
quando cala la notte profonda.
E però io sono scaltra
sicché mi fingo muta
e mi riparo nell’ombra
dove i loro occhi non
vedono.
Poiché io sono Regina
esperta della seduzione
si inchinano a me i
girasoli
e perfino le stelle mi
venerano.
N° 3397 - 15 giugno 2018
Il Custode
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