e mi presento all’oblio
con la camicia di forza
che mi stringe i
pensieri.
Allora avrò molte parole
da scrivere nel mio
taccuino
quelle che io non
ricordo
da quando tu sei andata.
Ma d’improvviso appassisce
la gardenia
all’occhiello
poiché non piove da
secoli
né pioggia, nemmanco
lacrime.
Però sarò molto elegante
al cospetto della
solitudine
ma non poterti insultare
mi acceca di rabbia e
sgomento.
Ed io confido alla notte
quanto amore sei stata
tanto che nelle mie
tasche
non ho più un nichelino.
Ma con il cilindro e il gilet
faccio una figura
superba
da fare invidia alla
luna
e compiacere i
pipistrelli.
Comunque cosa ne faccio
della mia postura
impeccabile
adesso che tu non mi
vedi
così come hai sempre
fatto?
Mi cambio di abito
ritorno ad essere nudo
poiché riaverti o
smarrirti
davvero non fa
differenza.
N° 3396 - 13 giugno 2018
Il Custode
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