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lunedì 19 settembre 2016

UN SERVITORE

Ogni notte, o madama
ti immagino e ti desidero
nuda…e che Iddio mi perdoni
cotanta sfacciata insolenza.

Ma tale è la tua bellezza
che la mia mente vacilla
e io dimentico che mi è proibito
perfino il solo sognarti.

Servitore nella tua casa
ti osservo e rimango in silenzio
ma sei tu il mio unico pensiero
la mia estrema follia, o madama.

Abbi pietà di questo mio ardire
e non punire la mia passione
ch’io già sto scontando la pena
d’esser distante dalle tue labbra.

Fingere…quale ignobile atto
eppure a me dovuto, o madama
che se mai ti rivelassi il mio cuore
ti perderei e svanirei nell’oblio.

Se soltanto potessi accarezzare
le tue spalle di candida seta
imparerei l’estasi e l’eden
nulla più chiederei alla vita.

Servitore nelle tue stanze
però i miei occhi non hanno pace
quando si posano su te, o madama
per un fugace sguardo d’amore.

  N° 3189 - 19 settembre 2016

                                               Il Custode

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