Ogni notte, o
madama
ti immagino e ti desidero
nuda…e che Iddio mi perdoni
cotanta sfacciata insolenza.
Ma tale è la
tua bellezza
che la mia mente vacilla
e io dimentico che mi è proibito
perfino il solo sognarti.
Servitore nella
tua casa
ti osservo e rimango in silenzio
ma sei tu il mio unico pensiero
la mia estrema follia, o madama.
Abbi pietà di
questo mio ardire
e non punire la mia passione
ch’io già sto scontando la pena
d’esser distante dalle tue labbra.
Fingere…quale
ignobile atto
eppure a me dovuto, o madama
che se mai ti rivelassi il mio cuore
ti perderei e svanirei nell’oblio.
Se soltanto
potessi accarezzare
le tue spalle di candida seta
imparerei l’estasi e l’eden
nulla più chiederei alla vita.
Servitore nelle
tue stanze
però i miei occhi non hanno pace
quando si posano su te, o madama
per un fugace sguardo d’amore.
N° 3189 - 19 settembre 2016
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento