Sopra il ramo
più alto
io osservo il promontorio
e respiro i miei sogni
ricompongo le speranze perdute.
Ed ecco che
passa un cane
sul terreno sottostante
e orina sul tronco
il lezzo buca le mie narici.
Quassù mi sono
ambientato
da quando un colpo di vento
mi ha raccolto dai campi
posandomi in mezzo alle fronde.
A volte mi
manca la guerra
l’odore di carne bruciata
so che gli uomini combattono ancora
ne sento la eco oltre i monti.
Io sono una
massa informe
di muscoli gonfi e deformi
sicché quando mi masturbo
concimo i cespugli di bacche.
Attendo
giungere la sera
per parlare con le falene
esse mi descrivono il delirio
visto negli sguardi dei bambini.
Se soltanto io
fossi interessato
potrei vedere con i miei occhi
i gabbiani fuggire verso l’est
le balene naufragare nel deserto.
E però
contemplo le parole
le antiche favole narrate dai grilli
che io mi diletto ad ascoltare
e dopo, sereno, mi addormento.
N° 3194 - 28 settembre 2016
Il Custode
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