essere un’anima libera?
Mi hanno
raccolto di sera
mentre annusavo la pioggia
randagio…quasi fosse un reato
come se l’abbandono subito
fosse dipeso dalla mia volontà.
Adesso io sono
condannato
alla segregazione, alla morte
dentro una fatiscente gabbia
che riempio di urina e di sterco.
E ascolto i
latrati
di coloro condotti al patibolo
poiché questi stupidi uomini
pensano che non comprendiamo
quando ci apprestiamo a morire.
Spesso c’è un
tale frastuono…
i reclusi imprecano e gridano
e nei miei occhi si riflette
tutta la loro disperazione.
Secondini con
moglie e prole
e magari la domenica, in chiesa
pregano un dio inesistente
sicché la loro coscienza
ritorna candida e immacolata.
Orsù…è tempo
di andare!
Mi rimane la sola speranza
che il dolore duri un solo istante
e l’oblio che vado a raggiungere
sia un posto migliore di questo.
Da quando è
una maledizione
essere un cane di strada?
N° 3196 - 29 settembre 2016
Il Custode