Striscia sul
manto di nebbia
si arrampica sopra i marciapiedi
e ad ogni passo è un lamento
che infrange i vetri ai lampioni
ma non è che un’ombra, un pensiero
è lo scheletro dei tuoi ricordi.
Lontano,
attraverso le tenebre
cigola una carrozza in fiamme
e sogghigna il vecchio cocchiere
un sorriso malvagio e sinistro
dopo, infine, con il dito ti indica
e dove indica resta la cicatrice.
Un tempo, in
quel punto esatto
si agitava nel sangue il tuo cuore
poi scivolò verso i tombini
ad inseguire un sogno svenduto
che stretto fra i denti di un ratto
ti salutò con un inchino e svanì.
La strada che
condusse al castello
è un sentiero verso la desolazione
e laddove la gente cianciava
è rimasto un alone alabastro
poche gocce di sudore raffermo
un elisir di esistenza allo sbando.
Lontano, dove
gli occhi ti colano
oltre il filo spinato del parco
una gazza si scuce le penne
per mostrate tutte le sue ferite
quelle conservate nello zaino
quelle mai scritte tra le rughe.
Orsù,
coraggio…riprendi il cammino
hai una bussola e nessuna meta
verso il buio che è bestia vorace
della tua anima venduta al demonio
per poter credere tanto da raccontarlo
che l’amore è qualcosa di bello.
N° 2913 - 24 maggio 2015
Il Custode
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