Rugiada di
colore rubino
sulla punta di foglie morenti
un’immagine di dolcissimo nettare
che riflette il tuo ultimo sguardo.
Una foresta
nera
di alberi robusti ed altissimi
persino il sole ne è intimorito
e vi si insinua con molta cautela.
Ho chiesto di
te alla libellula
che volava diretta allo stagno
il perché tu non ritornavi
dal tuo ingresso nella boscaglia.
Non ho
ricevuto risposta
allora io ho atteso la notte
so che il gufo non sa mentire
lui mi dirà dove tu sei.
Cammino e
calpesto rami secchi
ma quel rumore sveglia i ragni
uno scende sopra il mio volto
mi minaccia e pare molto deciso.
Tenebre e
nessuna lucciola
la mia vista è sotto pressione
il mio passo diventa più incerto
ti troverò, che mi esploda il cuore.
Dopo incespico
sopra qualcosa
di molto morbido, quasi etereo
io mi chino e riconosco il tuo viso
io ti chiamo però tu mi ignori.
Sei fredda
come la regina d’inverno
e sulla punta di foglie morenti
la rugiada non era che il sangue
che è colato dalle tue labbra.
Io ti bacio
con disperazione
perché ti amo e sono sincero
ti ho trovata ma il cuore esplode
non è così che io ti volevo.
Adesso siedo
ed attendo le lacrime
la tua morte mi ha annichilito
sia maledetto l’infame destino
e quel bastardo che ti ha ammazzata!
N° 2932 - 17 giugno 2015
Il Custode
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