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lunedì 8 giugno 2015

BRICIOLE

Adesso io torno al sentiero
sul quale ho seminato
briciole di pan di Spagna
mescolate a chiodi di alluminio.

Torno e vi cammino scalzo
per formare un fiume di sangue
dal quale vederti emergere
per odiarmi o amarmi ancora.

La sensazione è magnifica
di dolore incastrato alla gola
disegnato dentro il tuo sguardo
ogni volta che si posa sul mio.

Tu hai occhi simili a lame
che si puntano sopra il mio sterno
e raggiungono un cuore silente
con un colpo lo tagliano in due.

È inutile che io mi volti
ad attendere un amore che langue
ammorbato da parole cattive
ora giace in una pozza di melma.

È assurdo che io ti chiami
il tuo nome appartiene ai posteri
a chi scrive romanzi stupidi
per nascondere quanto sia solo.

Sicché attendo l’arrivo dei corvi
predatori delle mie briciole
ed avrò il pretesto fasullo
di non tornare a cercarti mai più.

  N° 2919 - 4 giugno 2015

                                                 Il Custode

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