Ho sete di te
ho sete delle tue lacrime
di quel sapore sublime
che sa di vita che sgorga
e fa germogliare passione.
Io ho riempito
pagine
fogli di quaderni e diari
di disegni di cuori infantili
di sogni appoggiati alle stelle
poi a riposo sul fondo del mare.
E però la luna
conosce
quel senso di stupida impotenza
che è frutto della paralisi
l’imbarazzo di un bacio vero
da poggiare sulle tue efelidi.
Dirti ti amo
appare quasi un’offesa
un urlo che sale dal cuore
che incespica dentro la gola
e proprio non vuole uscire.
Un primo amore
magari neppure l’ultimo
comunque indimenticabile
poiché rammenta la giovinezza
che è destinata a sfiorire.
N° 2921 - 5 giugno 2015
Il Custode
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