Ho scelto la
notte
perché avevo paura
di incrociare schegge di luce
e non saper ritornare
alla luna, alle tenebre
al mio oscuro destino.
Io sono vivo
sono un frammento di vento
e stringo fra le mie labbra
stelle che mi hanno tradito.
Come potrei
rinunciare
a questa sublime fragranza?
Il crepuscolo è immenso
e accoglie l’intera mia anima
distante, fra le sue spire
adesso si quieta il mio cuore.
Non sono che
un animale
un predatore di sogni
li mescolo dentro lo sguardo
dopo li tramuto in parole.
Vorrei sapere
l’amore
sicché ne raccolgo le spine
che dentro le mie cicatrici
si agitano con schizofrenia
chi mai sono stato in passato
per non avere diritto al futuro?
Io, reietto di
professione
in bilico sopra i miei ricordi
se anche dovessi cadere
morirei per l’ennesima vita.
E spengo i
lampioni invadenti
ho desiderio di solitudine
la mia compagnia è una falena
che danza sulla mia spalla
il resto pare tutto deciso
da qualcuno che mi ha preceduto.
Sono una scia
di delirio
uno stakanovista del dolore
e non ti impongo di seguirmi
né di denigrare il mio pensiero.
N° 2923 - 7 giugno 2015
Il Custode
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