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domenica 21 giugno 2015

L'UOMO DEI SILENZI

Rinchiuso nel proprio mondo
nascosto dentro un anfratto
egli non conobbe la pioggia
ed al riparo dal vento
non vide il sole dipingere
né le campagne né i boschi.

Aveva molte parole
che cianciavano nella sua mente
dopo, pesanti, gli scivolavano
incespicando sopra le labbra
ma poiché era un solitario
egli le tenne sempre per sé.

Alcune volte sbirciava
oltre le pareti dell’anima
ed osservava amori svanire
e ricordi che si contorcevano
e provava un dolore assai forte
sebbene non gli appartenesse.

La notte aveva un profumo
che lo faceva sentire sereno
allora egli scrisse un poema
dedicato ad una splendida luna
però non seppe come dirglielo
né riuscì a confidarglielo mai.

Misantropo per partito preso
pare che odiasse perfino se stesso
da quando diede fuoco ai pensieri
bruciando chiunque vi soggiornava
e sfogò tutto il suo disappunto
scagliando stelle in fondo al lago.

Nessuna mai dentro il suo cuore
nemmeno sulla punta degli occhi
ma chiuso nei suoi silenzi
egli si riteneva invincibile
ed anche fosse stato sconfitto
certo non avrebbe sanguinato.

Sicché morì per inerzia
per dimostrare di essere vivo
benché qualcuno ancora asserisca
che talvolta, da quel suo anfratto
esca un odore di marijuana
e del fumo di viola appassita.

Chissà cosa pensò la luna
quando infine lesse il poema?
Aveva sprecato secoli interi
a danzare in mezzo alle tenebre
senza accorgersi che il vero amore
era là…ad uno spicchio di cielo.

  N° 2931 - 16 giugno 2015

                                                  Il Custode

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