Non voglio più
i pensieri che mi divorano
sono ordigni
e sono pronti ad esplodere
forse a causa della melodia
di questo cielo che pare ferito
sicché la mente mi duole
il cuore giace in un canto.
Un passo
ancora
sono un folle e sfido la morte
e cammino sulla fune sottile
tesa tra il passato e il futuro
i ricordi sono zavorra
pesantissimi nelle mie tasche
io vedo le fauci della voragine
che desiderano nutrirsi di me.
Sono stanco
e mi libero dall’armatura
troppo stretta sopra il mio petto
ho combattuto guerre ed amori
non rammento alcuna vittoria
e però ho ucciso senza pietà
chi non avrebbe meritato morire
chi ha creduto davvero ai miei occhi.
Addio, o mondo
fa’ come io non fossi mai nato
io, sereno dentro il mio guscio
sto pensando il mio epitaffio
con il naso appoggiato ai vetri
qualcuno chiama ma non rispondo
intanto osservo la pioggia
e rimango silente nell’ombra.
N° 2929 - 14 giugno 2015
Il Custode
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