Giusto in
fondo al sentiero
ed il profumo era buono
aria di maggio in ascesa
verso una luna più mite
e lei e le sue tenebre
la ricompensa dopo secoli vuoti.
Nascosto nella
penombra
un gatto dal manto di pece
che si leccava gli artigli
dopo lavava muso ed orecchie
preannunciava la pioggia
e sarebbe stata perfetta.
Era quello
l’ambiente voluto
così oscuro da essere magico
e la notte aveva la fragranza
dei suoi baci sulla mia pelle
con gli occhi dentro i suoi occhi
e non vedevo nient’altro.
Lei giunse
quasi a passo di danza
soave come una falena morente
e sussurrò alcuni ricordi
che serbava sopra le labbra
io, ipnotizzato dalla sua bellezza
non seppi mai cosa mi disse.
Un solco sopra
la banchina
di quella stazione deserta
uniche macchie sotto un lampione
noi due ed un gatto indiscreto
nel cielo distante dal mare
ristagnava l’odore delle rose.
Il futuro non
ha alcuna memoria
per questo io amo il passato
ha contorni carichi di nostalgia
e sorrisi e lacrime d’addio
lei e le sue tenebre
e però è stato un bel viaggio.
N° 2933 - 20 giugno 2015
Il Custode