Ho voglia di averti
voglia che tengo repressa
nel mio petulante cuore
che grida e mi tiene sveglio
mentre io sogno il tuo viso.
Dovrei seguire il mio istinto
dall’animo di un eremita
riempio bicchieri di stoffa
con frammenti di solitudine
che ancora mi tengono in vita.
Eppure dal mio sterno
arrivano richiami improvvisi
diretti alla mia mente assopita
che si desta ed infastidita
comincia a pensare i tuoi occhi.
Sicché ti cerco nei giorni
ti vedo ma non te lo dico
infine zittisco il mio cuore
che chiuso dentro il mio petto
ancora impazzisce per te.
N° 4902 - 30 aprile 2023
Il Custode
E mi inerpico sul promontorio
come un gatto in cima ai tetti
‘ché ho un appuntamento galante
con un sogno seminato nel mare.
Una lucciola giunge a sussurrarmi
che la notte è davvero bellissima
io la guardo e ascolto le sue parole
sono quelle di chi non sa mentire.
Le falene in volo nella penombra
sembrano stelle senza una meta
chissà se hanno viaggiato il cosmo
o sono lacrime perdute dalla foresta.
Dal muretto di pietra e cemento
annuso l’aria e mi riempio i polmoni
i pipistrelli con gli zaini sulle spalle
fanno incetta di zanzare e di mosche.
Io non so da dove sia nata la vita
né conosco dove dovrebbe morire
sono solo, ed è qualcosa di magico
parlo al geco, intanto aspetto la luna.
N° 4901 - 29 aprile 2023
Il Custode
Il furore, quando ti guardo
che mi rende animale selvaggio
ed io ho fame della tua pelle
dei tuoi viaggi sopra il mio pene.
Io non posso fermare le mani
che si agitano dentro la grotta
che tu occulti fra le tue cosce
e zampilla di indecente lussuria.
Vieni a me, tu che sei l’amore
e sei l’eccitazione che implode
dopo si impiglia sulla mia lingua
come stalattite dovuta all’orgasmo.
Ed attendo fra le mie mani
il tuo viso e la tua bellezza
per un bacio, poi altri cento ancora
fino a quietare la mia passione per te.
N° 4900 - 28 aprile 2023
Il Custode
Un cielo terso
accarezzato dal sole
era così la Ville Lumière
i cui riflessi sopra la Senna
sembravano essere stelle
scivolate via alla luna.
Caffè e croissant
sui tavolini dei bar
ed affamate, le labbra
si cercavano l’una con l’altra
per via di quell’atmosfera
di semplice romanticismo.
C’erano gatti in amore
colombe danzanti nell’aria
e gli artisti su Place du Tertre
alla réclame dei loro capolavori
con il sorriso un po’ infingardo
peculiare a molti francesi.
E c’eri tu, la tua bellezza
impigliata dentro il mio sguardo
e le parole dall’accento strano
erano suoni impercettibili
la sola cosa che io percepivo
era il sussurro delle nostre anime.
N° 4899 - 27 aprile 2023
Il Custode
Ti ho pensato
e l’ho fatto talmente forte
che ho imparato a vederti
anche se sei molto distante.
Dai miei occhi
si affaccia il tuo viso
mescolato a frammenti di sogni
strappati alla volta notturna.
Perduto e mai ritrovato
ma accade che una tua scheggia
buca il mio cuore affranto
ed io ricordo il tuo nome.
Tu sai che mi manchi?
Io non riesco a descriverlo
modello parole struggenti
che mi restano dentro le lacrime.
E ti cerco sempre
come farebbe uno psicopatico
che spreca i suoi ultimi giorni
ad inseguire una utopia.
N° 4898 - 26 aprile 2023
Il Custode
Io ricordo che qui, un tempo
vi era un dedalo di caruggi
oltre ancora i moli e le bitte
pervasi da un’orgia di profumi
ed intensi, nauseanti odori.
Avevo clienti disperati e soli
sbandati in cerca di amore
i contrabbandieri napoletani
mi urlavano parole volgari
che io imparai a comprendere.
Nell’ombra io attendevo
e misera, finanche miserrima
soddisfavo qualsiasi voglia
degli anziani oramai impotenti
dei ragazzotti dall’orgasmo precoce.
Sul marciapiede di Via del Molo
proprio sotto all’edicola votiva
ogni tanto qualche sbirro passava
e con un tono alquanto paterno
mi intimava di sgomberare.
Quelli erano i miei posti
dove adesso, sebbene io sia morta
torno spesso con il magone
perché tutto è oramai cambiato
ed è diventato un postribolo indegno.
N° 4897 - 25 aprile 2023
Il Custode
Gremiscono le piazze
e festeggiano i cadaveri
quelli che negli anni orribili
sono stati umiliati e trucidati.
Agitano lo spettro
dei tempi dell’odio e del delirio
e sventolano bandiere e vessilli
di chi si arrogò ogni merito.
Però non conoscono la Storia
se non quella tramandata
da chi sfruttò la tragedia
per trarne profitto e potere.
Con il pretesto di smunti ideali
mascherano la malvagia retorica
con la quale, a guerra finita
si sono proclamati eroi della Patria.
Celebrano, ma ignorano cosa
però scendono le strade festanti
per sfogare tutto il loro razzismo
con l’ennesima, vomitevole carnevalata.
N° 4896 - 25 aprile 2023
Il Custode
Io che ero vento
originato da una tempesta
sollevai acqua e sabbia
che tramutai in argilla
le diedi la forma di un uomo
borioso quanto il diluvio
e di una donna pettegola
come la cicala del campo.
Raccolsi il fuoco e il cotone
da porre al centro del cielo
li chiamai sole e poi luna
padroni del giorno e della notte
il primo scaldò gli animali
e generò le piante e i sorrisi
la seconda ispirò i poeti
e persino le pigre maree.
Però già all’alba dei tempi
mutarono eventi e scintille
e giunse la devastazione
sui monti e nelle campagne
furono teatri, gli oceani
di distruzione e di morte
e le nuvole piansero lacrime
sulle case delle formiche.
Io che ero vento
adesso divento ghiaccio
frammento strappato all’iceberg
che fece affondare il Titanic
e siedo come chi muore
oltre il Nirvana e l’Olimpo
osservo le macerie e i cadaveri
e maledico ciò che creai.
N° 4895 - 25 aprile 2023
Il Custode
Sul sentiero cinese
sono alla catena, le donne
e vanno incontro ad un destino
che non sanno, eppure lo temono.
Sono vestite di nera pece
hanno un fazzoletto rosso alla gola
i fucili puntati alla testa
dagli infami carcerieri di regime.
Sulla cima delle montagne
il sole siede che pare esausto
ma brucia forte, il terreno sabbioso
quasi fosse una fornace infernale.
Si consumano le fragili tian lang
durante il faticoso cammino
che ferisce piedi già martoriati
dal supplizio del Loto d’oro.
Sicché raggiungono un destino
che ora capiscono, ma vi si rassegnano
un colpo alla nuca, una fossa comune
l’ultima offesa sul sentiero cinese.
N° 4894 - 24 aprile 2023
Il Custode
Intraprendo il mio viaggio
alla volta di Voghera
dove i draghi fumano oppio
e le streghe si vendono
per pochi dobloni d’argento.
Sulla strada un oracolo zoppo
mi chiede un’oncia di riso
da farne sushi ed origami
e dare forma ad una geisha
che lo amò fino alla morte.
Tra i canneti dei perduti stagni
alcuni corvi in cerca di rospi
e la gente della pianura
per paura, per molta ignoranza
si tiene distante dalle zanzare.
I castelli sono macerie fumanti
ma resistono fiamme calde
che le mani dei fanatici saladini
hanno appiccato dappertutto
pur d’imporre la parola di un folle.
Sulla cima del promontorio
un lupo cerca la sua compagna
lei ha incontrato gli stupidi umani
e non è più tornata alla luna
che attende ancora il suo ululato.
Frattanto io arrivo a Voghera
e saluto i santi che furono
mi inchino al demonio che nasce
bevo un sorso di vino pugliese
e mi appisolo sotto un castagno.
N° 4893 - 23 aprile 2023
Il Custode
Sorridi
‘ché lo viso tuo
ogni volta s’illumina
di cotanto splendore
da far impallidire la luna.
T’abbellisce lo core
quello spicchio di sole
che sverna sulle tue labbra
e ti tinge di magnificenza
innanzi all’amore che nasce.
Sogna nel dì che sorge
fino allo nuovo crepuscolo
ricorda d’esser magia
nell’animo, in fondo all’occhi
e nello fato che avrai.
N° 4892 - 22 aprile 2023
Il Custode
Hai trovato l’amore?
Era chiuso nella soffitta
circondato dai ragni
quali sentinelle decise
a difenderlo ad oltranza.
Scricchiolava nel buio
affinché tu lo sentissi
quando rovistavi piangeva
dentro l’antico baule
della tua solitudine.
A volte luccicava persino
ma questo ti intimoriva
Ed entravi in punta di piedi
dove esso agonizzava
tra le spire della tua paura.
Metti a soqquadro ogni cosa
i ricordi, finanche le lacrime
in un angolo, sotto le travi
puoi sentire il suo rantolio
come nenia diretta al tuo cuore.
Hai trovato l’amore?
Era là che ti aspettava
come un sole intento a brillare
ma nell’ombra della disperazione
tu lo hai lasciato morire.
N° 4891 - 22 aprile 2023
Il Custode
La poso con molto garbo
dove tu non potrai non vederla
ed immagino, ma per sola follia
che sorrideresti a sentirne il profumo.
La realtà è decisamente differente
ho imparato oramai ad accettarla
e però quella rosa è sempre rimasta
appassita nel mio vecchio quaderno.
Giusto al centro della tua anima
troverà un terreno assai fertile
contemplarla mi comporterà dolore
ma non conosco un posto migliore.
Ed ipnotizzata da un raggio di luna
brillerà nell’intera volta del cielo
ed allora sarà bellissimo vederti
durante ogni notte e per tutta la vita.
N° 4890 - 21 aprile 2023
Il Custode
Seguo la scia inebriante
della tua immensa paura
sicché io ti invidio davvero
perché stai per assaporare
la grande magia della morte.
Sento rimbombare il delirio
dal profondo della tua mente
il cuore è un pendolo guasto
che batte i rintocchi alla rinfusa
non li trattiene fra le sue pareti.
Nel silenzio tutto si amplifica
finanche il tuo flebile affanno
la eco si tramuta in un grido
che squarcia il cielo notturno
sino a fare sobbalzare la luna.
Dove terminerà il tuo viaggio
è qualcosa che non mi compete
il noioso Eden, o forse l’inferno
verrà stabilito da chi tu sei stata
nel tuo viaggio nell’esistenza.
È ora di perdersi dentro l’oblio
nell’avvolgente sangue e nel buio
sicché io ti invidio, dico sul serio
perché tu, grazie alla mia pazzia
ora assapori la magia della morte.
N° 4889 - 20 aprile 2023
Il Custode
Vedo uno spiraglio
uno sbadiglio di luce
che filtra oltre le tenebre
forse, se io lo raggiungessi
proverei un senso di libertà.
Mi muovo con circospezione
verso il luminoso pertugio
eppure sono molto curioso
come un gatto fra i cassonetti
ignaro del pericolo, immune alla paura.
Io qui ci sto male
per questo intendo fuggire
però non conosco il sentiero
che troverei appena oltrepassata
la via d’uscita che luccica.
Ci provo, non posso restare
qui sono un essere inutile
faccio un salto verso l’ignoto
certo adesso non ho più catene
ma, cazzo…non volevo morire!
N° 4888 - 19 aprile 2023
Il Custode
Il pescatore sopra gli scogli
tese le braccia verso il mare
per combattere con i gabbiani
assiepati sulla spuma dell’onda
il pescatore si fermò a guardare
una tragedia che stava per avvenire.
Da lontano sbuffava un battello
e le acque che si ingrossavano
lo sollevavano come un fuscello
sulla tolda anime alla deriva
da lontano egli le sentì gridare
la paura di raggiungere il fondo.
Il capitano raccolse i danari
ch’egli pretese per la traversata
sembrava Caronte che trasportava
i fuggitivi dalle coste dell’Africa
il capitano svanì un istante prima
che l’imbarcazione colasse a picco.
Ed alla fine si contarono i morti
che divennero pasto di tonni e ventresche
del circo mediatico di TV e quotidiani
degli interessi delle fazioni politiche
ed alla fine si speculò sui cadaveri
e se ne parlò per ottenere consensi.
N° 4887 - 18 aprile 2023
Il Custode
…Poi attraversai il corridoio
per cercare in ogni stanza
il profumo di falena morente
che ti lasciasti alle spalle.
In un angolo sopra il soffitto
una ragnatela di seta ed argento
dalla quale dondolava il dolore
che occultasti dentro il tuo cuore.
Io non ero pronto ad amarti
non ero pronto ad amare nessuna
quando il grillo me lo ricordava
non gli parlavo per molti giorni.
Mescolavo gocce di amari sogni
alla vodka chiusa nel frigorifero
sentivo freddo, ma non importava
nulla poteva attenuare il mio gelo.
Io so perché tu mi abbandonasti
mi sarei abbandonato io stesso
quando dentro le pareti dell’anima
sbatteva la eco della tua solitudine.
Però al termine del corridoio
un vento violento e dopo il baratro
io mi sporgo per riuscire a vederti
e precipito nella mia illusione.
N° 4886 - 18 aprile 2023
Il Custode