Ho il cielo innanzi a me
che pare un signore affranto
scuro sul volto e negli occhi
con l’anima che lancia epiteti
e lacrime di insano dolore.
Tra i miei radi capelli
la pioggia non trova appiglio
e cade, e mi riga il viso
dopo scivola sulle mie labbra
ed il suo gusto è meraviglioso.
Chissà se le oscure nuvole
si struggono di nostalgia
ogni volta che quelle gocce
precipitano giù dal loro grembo
dirette a bagnare la terra.
Io ne assaporo alcuni sorsi
sembra nettare di nuova esistenza
una linfa che rompe gli argini
del mio cuore oramai malandato
per le crisi di improvvisa pazzia.
Sicché nella sera di autunno
io lascio che mi piova addosso
l’amore è solamente un ricordo
la vita giungerà al suo crepuscolo
perché dovrei combattere l’ineluttabile?
che pare un signore affranto
scuro sul volto e negli occhi
con l’anima che lancia epiteti
e lacrime di insano dolore.
la pioggia non trova appiglio
e cade, e mi riga il viso
dopo scivola sulle mie labbra
ed il suo gusto è meraviglioso.
si struggono di nostalgia
ogni volta che quelle gocce
precipitano giù dal loro grembo
dirette a bagnare la terra.
sembra nettare di nuova esistenza
una linfa che rompe gli argini
del mio cuore oramai malandato
per le crisi di improvvisa pazzia.
io lascio che mi piova addosso
l’amore è solamente un ricordo
la vita giungerà al suo crepuscolo
perché dovrei combattere l’ineluttabile?
N° 4228 - 30 settembre 2020
Il Custode