che aperto il giaccone
diventò una scintilla
e si infranse nel cielo.
Con un boato distrusse
le luci delle vetrine
e le voci ed i capricci
dei bambini viziati e
molesti.
Per la galleria commerciale
sangue, latrati e
lamenti
mentre i miei occhi
impazziti
presero a balbettare.
Il mio corpo bruciava
sotto il cemento pesante
da dove scorgevo a
fatica
brandelli di umana
natura.
Tra i vestiti ed i fiori
lo sfondo si fece
surreale
e la morte si avvicinava
con passi felpati e
decisi.
Giunse infine il gelo
ad indicarmi la strada
verso l’oblio delle
tenebre
indotte da un invasato.
L’uomo che, aperto il giaccone
esplose e baciò il
soffitto
portando con sé, nel
delirio
decine di vite
innocenti.
N° 3412 - 16 luglio 2018
Il Custode
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