ed annuso il silenzio
dopo comincio a pensare
pensieri che non ricordo
mi fermo e sorrido
il tempo di uno
sbadiglio.
Verso il cielo distante
stormi di uccelli di
carta
come saette di ardesia
che rincorrono il vento
verso il cielo terso
solo uno spicchio di
lacrima.
La pelle mia di salsedine
si sfalda al sole di
luglio
e dentro gli occhi
conservo
il colore della mia
pazzia
la pelle mia fa la muta
trascinata via dalle
onde.
Non voglio vivere oltre
in questo mondo bislacco
allora sotto le unghie
nascondo i giorni che
restano
non voglio vivere e
basta
però non importa a
nessuno.
Affondo con i miei piedi
sopra la sabbia bagnata
che ha sulle labbra il
sapore
del bacio dell’onda in
amore
affondo con i miei dubbi
che io non so disegnare.
Così sia…tiriamo innanzi
la meditazione ha il suo
costo
ed io, con le tasche
bucate
ho perduto le mie monete
così sia…e fin quando
sarà
è tempo di tornare a rimpiangere.
N° 3406 - 4 luglio 2018
Il Custode
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