leggeri quanto le nuvole
vortici talmente
insolenti
che persino i miei occhi
faticavano a trattenere
fra le ciglia di lana di
vetro.
E nella mia anima
si modellavano sogni
fatti di trasparente
velina
evanescenti dentro la
notte
come lievi baci di luna
sopra il dorso della
pianura.
Adesso io non sono più
il senso della decadenza
si agita nella mia mente
laddove i miei desideri
si piegano simili a
giunchi
in balìa del forte
vento.
Mi affido al silenzio
ed alle rughe del cuore
mentre bevo a sorsi il
delirio
come se fosse veleno
quasi che fosse un
respiro
putrefatto nella mia
gola.
N° 3413 - 18 giugno 2018
Il Custode
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