Fu uno sguardo
intenso
ed un vortice di parole pensate
nello spazio di un solo attimo
ed improvviso, la folla
svanì nell’aria di luglio
le voci, dapprima uragano
tramutarono in brusii fastidiosi.
Insolenti, i
loro occhi
come fanali dentro la notte
scandagliarono l’intera pelle
era il preludio della discesa
delle mani come brezza rovente
e i denti infilzati alle labbra
per trattenere sospiri proibiti.
Nel
sottoscala, dentro un portone
come fossero animali in fuga
ma era tale quel desiderio
da ricercare peccato e libido
dentro ogni anfratto, in ogni pertugio
e qualcuno ascoltava i respiri
scuoteva la testa e se ne andava.
La loro eco
gridava
ed i gemiti, e le frasi oscene
si arrampicarono verso il soffitto
ogni carezza sopra le cosce
era un’audace caccia al tesoro
intanto la gonna si sollevava
i pantaloni crollarono sul pavimento.
Accadde
quell’istante
quando il serpente trovò il nido
e si insinuò con indecenza
dentro la carne di umido sale
però i baci non si incrociarono
per non rendere quella loro follia
un futuro che mai avrebbe potuto.
infine giunse
l’epilogo
entrambi tornarono mondi distanti
due estranei bruciati dalla passione
si ricomposero nel totale silenzio
ed in silenzio ripresero il cammino
e quel vortice di parole pensate
diventarono polvere al vento.
N° 3295 - 7 luglio 2017
Il Custode
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