Adesso che
scivola via
dalle mie mani tese
a cercare nell’erba
la eco del tuo respiro
il tuo sangue mi intriga
mi fa sentire un dio.
Tu hai pianto
lacrime
di delirante singhiozzo
io le ho raccolte tutte
per portarle alle mie labbra
sapore salato, eccitante
da gustare con parsimonia.
Cerco fra le
margherite
le tue parole d’amore
e chiedo aiuto alla luna
per indicarmi le zolle
sulle quali ti sono cadute
in questa notte bellissima.
Folle io lo
sono da sempre
e non te ne faccio una colpa
però, in balìa dei tuoi occhi
non ho frenato il mio istinto
ecco perché stai morendo
mentre io mi sento rinascere.
Passa un cane
e mi osserva
dopo riprende il sentiero
spero che non faccia menzione
né ai gatti, neppure alle stelle
perché tra i delitti commessi
tu sei la mia opera d’arte.
Il tempo di
una sigaretta
di un ultimo bacio d’addio
sopra le tue guance pallide
che presto saranno di ghiaccio
ti giuro, non resterai sola
i vermi avranno cura di te.
N° 3292 - 5 luglio 2017
Il Custode
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