Siedo
sull’erba bagnata
nudo come Adamo dell’eden
tra i cadaveri delle formiche
annegate dentro il tuo sangue
la mia mente è ancora confusa
il mio seme, sparso tra i fiori.
Io lo so,
avevo promesso
eppure l’ho fatto di nuovo
e adesso osservo il tuo corpo
consumarsi al sole di luglio
il suo lezzo acre e assai forte
attira già le bestie selvatiche.
Davanti a me
il grande lago
e riflessi di luce accecante
e sulle ali del vento
danzano farfalle e polvere
la giallastra tua materia liquida
affonda dentro il terreno.
Siedo e
continuo a pensarti
a rivedere i tuoi ultimi istanti
frattanto che il sole si cheta
e si adagia fra le colline
mentre stormi di pipistrelli
scendono a saggiare le acque.
Che strano
profumo, il tramonto
di glicine che si addormenta
la sfumatura di brace ardente
è bellissima sulle tue pupille
però la tua pelle si sgretola
come un pioppo di cenere arsa.
E sia, adesso
è ora di andare
incontro alla prima luna
perché avrò presto nuovi deliri
altri istinti di rabbia da vomitare
giacché sono lustri che uccido
e da lustri io rimango impunito.
N° 3306 - 27 luglio 2017
Il Custode
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