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giovedì 13 luglio 2017

UN BOATO

Giungono voci e litanie
da oltre il massiccio cancello
di quella grande moschea
ed io, come se fossi un gatto
curioso per vocazione
mi insinuo in silenzio e ascolto.

L’imam è un fottuto fanatico
lancia strali e pesanti invettive
dopo definisce infedele
chiunque non segue il Corano
credo che egli sarebbe entusiasta
se potesse fare scempio di me.

A decine, i selvaggi arabi
plagiati dall’odio che egli predica
pregano scalzi e penitenti
dai tappeti posti sul pavimento
l’odore di piedi sporchi e sudore
è acre ed è nauseabondo.

Sono padroni per le mie strade
giustificati da politici inetti
adesso esultano, mentre l’imam
inneggia ed incita alla jihād
auspica la venuta della sharia
a governare l’intero Occidente.

Maledetti mussulmani bastardi!
Io davvero non li tollero più
per questo, e durante la notte
ho minato l’interno dell’edificio
e chiudo con violenza il portone
e mi allontano con estrema calma.

Il mio dito sul detonatore
già pregusta la carneficina
io lo premo causando il boato
che scatena l’inferno e il delirio
e crolla al suolo, il minareto
e travolge chi tentava la fuga.

Li sento imprecare e gridare
quei venditori di acredine
chissà se l’infame Allah
avrà cura delle loro anime
io mi allontano appagato
e felice come fossi un bambino.

  N° 3300 - 13 luglio 2017

                                              Il Custode

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