E verranno
persone
dentro i tuoi occhi stanchi
che ti diranno il mio nome
come fosse tragedia
ed uno dal viso di sabbia
porterà via la tua anima.
Tu, figlia
oltre la nebbia
sarai comunque il richiamo
quello del sangue e del cuore
per quanto tu sia perduta
tu che apristi il tuo vaso
liberando l’odio e il rancore.
Verranno e mi
malediranno
e tra i capelli del vento
la eco delle loro bestemmie
raggiungerà le tue labbra
tu abbine cura per sempre
come fosse il mio epitaffio.
Dentro lo
specchio del tempo
la tua figura è esile
ed insegue le sue paure
le nasconde nella mia tasca
ma quel tuo sorriso complice
era appendice della derisione.
Tu, figlia in
cima al monte
verso la neve ed il fuoco
e gente che non rassomiglia
a chiunque sia degno di te
tu che fosti il mio angelo
ed ora sei un mondo distante.
N° 3297 - 9 luglio 2017
Il Custode
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