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sabato 8 luglio 2017

S

Il suo viso
mi ricordava una tempesta
navi e fulmini
in balìa di onde voraci.

L’oceano era mite
ma dinnanzi alla sua ombra
diventava ira
e sangue, e ancora delirio.

Si dichiarò strega
ma non era che illusione
seppure ne avesse
la malinconica, struggente bellezza.

Fece pozioni e fatture
per imprigionare le anime
ma bastò il suo sguardo
ed io fui perduto in eterno.

E la notte bruciava
come i falò nella foresta
quanto i suoi occhi
di pipistrelli in cerca di cibo.

Lei fu l’amore
la follia prima della caduta
ma il suo nome mi sfugge
o forse non lo so pronunziare.

E scelse il silenzio
per non destare il suo cuore 
che piangeva il bisogno
di amare e di essere amata.

  N° 3296 - 8 luglio 2017

                                           Il Custode

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