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lunedì 31 luglio 2017

INSANO

Ho ancora i tuoi occhi
nella mia tasca sinistra
e frammenti del tuo respiro
incastonati tra i denti
resistono alla mia saliva
travolgente fra le mie labbra.

Non so come sia accaduto
però il ricordo è piacevole
le grida che tu mi hai sputato
rimbalzano tra le pareti
della mia testa in delirio
della mia vacillante ragione.

Ho usato molta abnegazione 
pur di infierire oltremodo
sopra il tuo corpo bellissimo
di ematomi, e sangue e vomito
fra le mie unghie, il profumo
della tua pelle oramai gelida.

D’altronde io sono malato
un fottutissimo psicopatico
e però me ne compiaccio
di questo mio essere insano
tu hai voluto biasimarmi
…non potrai farlo mai più.

  N° 3308 - 31 luglio 2017

                                             Il Custode

sabato 29 luglio 2017

VIVO DI TE

Fermati ancora
e resta dentro il mio cuore
là fuori è la solitudine
il gelo dei giorni vuoti.

Io sono soltanto un amore
ne avrai certo vissuti altri
dentro i tuoi occhi veloci
come stelle dentro il mio sguardo.

Però io vivo di te
ed è una vita bellissima
allora non portarmi via
la eco del tuo nome sublime.

Le tue parole
sono gocce di pioggia sui vetri
si inseguono come bambine
fino a raggiungermi l’anima.

Domando di te alla luna
prima che abbandoni la notte
conoscerò così il segreto
del tuo irresistibile fascino.

Perché io muoio di te
ed è una morte dolcissima
io, moribondo fra le tue braccia
sul talamo dei tuoi morbidi seni.

  N° 3307 - 29 luglio 2017

                                              Il Custode

giovedì 27 luglio 2017

L'IMPUNITO

Siedo sull’erba bagnata
nudo come Adamo dell’eden
tra i cadaveri delle formiche
annegate dentro il tuo sangue
la mia mente è ancora confusa
il mio seme, sparso tra i fiori.

Io lo so, avevo promesso
eppure l’ho fatto di nuovo
e adesso osservo il tuo corpo
consumarsi al sole di luglio
il suo lezzo acre e assai forte
attira già le bestie selvatiche.

Davanti a me il grande lago
e riflessi di luce accecante
e sulle ali del vento
danzano farfalle e polvere
la giallastra tua materia liquida
affonda dentro il terreno.

Siedo e continuo a pensarti
a rivedere i tuoi ultimi istanti
frattanto che il sole si cheta
e si adagia fra le colline
mentre stormi di pipistrelli
scendono a saggiare le acque.

Che strano profumo, il tramonto
di glicine che si addormenta
la sfumatura di brace ardente
è bellissima sulle tue pupille
però la tua pelle si sgretola
come un pioppo di cenere arsa.

E sia, adesso è ora di andare
incontro alla prima luna
perché avrò presto nuovi deliri
altri istinti di rabbia da vomitare
giacché sono lustri che uccido
e da lustri io rimango impunito.

  N° 3306 - 27 luglio 2017

                                                Il Custode

lunedì 24 luglio 2017

IL VOLO DELL'AQUILA

Prima o dopo io riuscirò
a raggiungere la luna
e morirò della sua luce
rinascerò nel suo respiro.

Io, perduta in questa notte
adesso volo ad occhi chiusi
per annusare un cielo nuovo
i cui segreti non conosco.

Non ho tempo né fatiche
da dedicare alle mie prede
ma voglio celebrare la vita
che si staglia verso le vette.

Al fruscio delle mie ali
io mi quieto sopra i venti
brezza soffia alla mia destra
la neve dista oltre il becco.

E nessuno potrà seguirmi
ad una spanna dalle stelle
non il falco avventuriero
neppure l’impavido pipistrello.

Poiché chiedo al mio destino
di essere ombra solitaria
dove ha inizio la galassia
e la pace dell’oscurità.

Mi resta un ultimo pensiero
che io rivolgo alla salsedine
avrò nostalgia del mare
mentre svanisco nelle tenebre.

  N° 3305 - 24 luglio 2017

                                             Il Custode

giovedì 20 luglio 2017

LA CAREZZA DEI TUOI OCCHI

Certo che mi  sento a disagio
alla mercé della tua bellezza
con la carezza dei tuoi occhi
che scivola come il velluto
sopra il mio sguardo estasiato.

Tu sei indefinita passione
eppure scossa di adrenalina
che si inerpica dalla mia anima
ed a contatto con le mie labbra
diventa un sospiro d’amore.

La tua tenacia mi affascina
tu, regina fra le predatrici
perseveri sopra il mio volto
ma con una tale dolcezza
da rendere vani i miei dubbi.

E sia, fa’ quello che desideri
del mio cuore, del mio destino
le mie difese sono artefatte
il mio diniego è un’utopia
che si infrange sopra il tuo bacio.

  N° 3304 - 20 luglio 2017

                                               Il Custode

IL CORO

Io volevo soltanto cantare
liturgie dedicate al Signore
per guadagnare il paradiso
ed invece ho raggiunto l’inferno.

Le bestemmie le ho solo pensate
intimorito dal profumo di incenso
dai crocefissi appesi alle pareti
e dalle mani pesanti del vescovo.

E chiunque, senza distinzione
nelle segrete del grande duomo
mi puniva per i peccati veniali
mi abusava e imponeva il silenzio.

Tra le panche in molti sapevano
il sadismo malvagio dei religiosi
io ne porto ferite e traumi
nell’anima che sanguina ancora.

Adesso e a distanza di anni
nessuno ha pagato le colpe
dei crimini orrendi commessi
sui bambini ingenui e deboli.

Il Vaticano, dimora del peccato
con arroganza ha negato l’evidenza
abbandonando alla mercé dei carnefici
l’innocente coro di Regensburg.

  N° 3303 - 19 luglio 2017

                                             Il Custode

martedì 18 luglio 2017

UNA DONNA

Iniziò tutto da un diluvio
fatto di lacrime e di argilla
dopo pare che tu nascesti
dalla costola rubata ad un uomo
così raccontò il cantastorie
e fu una romanza meravigliosa.

Nell’apatia di mille eoni
tu diventasti avventura e poesia
un delirio di intense emozioni
ed ancora l’apoteosi, poi l’uragano
che seminò tra i cespugli di bacche
alcuni frammenti del tuo sospiro.

Ed arrivò uno strano individuo
che asserì di essere Iddio
l’unico artefice della tua pelle
il creatore del tuo sorriso
ma folgorato dalla tua bellezza
comprese, alfine, la sua pazzia.

Nel calderone d’acqua del lago
il demonio immerse il tuo corpo
e ti plasmò talmente forte
da superare ogni intemperia
il dolore di fragili amori
la tragedia dei figli perduti.

Infine ti vidi sulla pianura
tu, sublime fuggiasca dall’Eden
e c’era la luna a contemplarti
al centro della notte migliore
io domandai quale fosse il tuo nome
sicché seppi che tu eri una donna.

  N° 3302 - 18 luglio 2017

                                             Il Custode

sabato 15 luglio 2017

APOLOGIA DEL TUO AMORE

Sicché tu eri già qui
chissà da quanto tempo
prigioniera dentro l’anima
che non aprivo da secoli.

Ma insolente, la notte
mi ha costretto a vederti
mostrandoti come una stella
mentre in realtà sei la vita.

Io volevo spazzare la polvere
posata sulle mie cicatrici
ma appena fuori, sulla veranda
ti ho vista vagare il cielo.

Bella tu, sopra la rupe
dipinta dalla luna piena
allora l’anima è implosa
e ti ha permesso di uscire.

Adesso tu siedi al mio fianco
come una tigre mansueta
ed il tuo amore ha il profumo
di cenere del mio antico dolore.

E non ti chiedo il tuo nome
quale importanza può avere?
I miei occhi ti sanno da sempre
ed il mio cuore ancor più.

  N° 3301 - 15 luglio 2017

                                         Il Custode

giovedì 13 luglio 2017

UN BOATO

Giungono voci e litanie
da oltre il massiccio cancello
di quella grande moschea
ed io, come se fossi un gatto
curioso per vocazione
mi insinuo in silenzio e ascolto.

L’imam è un fottuto fanatico
lancia strali e pesanti invettive
dopo definisce infedele
chiunque non segue il Corano
credo che egli sarebbe entusiasta
se potesse fare scempio di me.

A decine, i selvaggi arabi
plagiati dall’odio che egli predica
pregano scalzi e penitenti
dai tappeti posti sul pavimento
l’odore di piedi sporchi e sudore
è acre ed è nauseabondo.

Sono padroni per le mie strade
giustificati da politici inetti
adesso esultano, mentre l’imam
inneggia ed incita alla jihād
auspica la venuta della sharia
a governare l’intero Occidente.

Maledetti mussulmani bastardi!
Io davvero non li tollero più
per questo, e durante la notte
ho minato l’interno dell’edificio
e chiudo con violenza il portone
e mi allontano con estrema calma.

Il mio dito sul detonatore
già pregusta la carneficina
io lo premo causando il boato
che scatena l’inferno e il delirio
e crolla al suolo, il minareto
e travolge chi tentava la fuga.

Li sento imprecare e gridare
quei venditori di acredine
chissà se l’infame Allah
avrà cura delle loro anime
io mi allontano appagato
e felice come fossi un bambino.

  N° 3300 - 13 luglio 2017

                                              Il Custode

mercoledì 12 luglio 2017

IO E TE

Fermati un solo istante
e ti mostrerò
dove la luna è grande
e splende per noi.

Ho fame del tuo amore
ho sete di te
dell’onda del tuo viso
marea sulle mie labbra
e poi…

Stai con me
questa notte di stelle migranti
è da vivere in due
io e te
e nessuna ombra
né voce che possa fermare
la passione che implode
e ci fa sognare.

Dai corpo al mio respiro
e sarai poesia
sopravissuta al tempo
al vento e all’oblio.

Ho voglia di abbracciarti
di averti con me
per rammentare sempre
chi sei dentro i miei occhi…

Stai con me
questo viaggio di secoli antichi
non mi basta più
io e te
siamo nuvole
nate da un temporale
che un uragano violento
ha fatto incontrare.

Stai con me
questo amore di rughe profonde
sembra scritto per noi
io e te
in un cielo distante
e che non conosciamo
pochi passi nel vuoto
ed infine voliamo
via…

Fermati un solo istante
e ti mostrerò
dove la luna è grande
e splende per noi.

Ho voglia di abbracciarti
di averti con me
per rammentare sempre
chi sei dentro questi occhi
miei…

  N° 3299 - 12 luglio 2017

                                              Il Custode

lunedì 10 luglio 2017

SONATA

Alla fine del giorno
dimorano le stelle
e le più belle
sul palmo della mano
lei le stringe
ma piano
poi suona un sogno
oramai assai lontano
bellezza tutto intorno
lei naviga sui tasti
e aspetta un nuovo giorno.

  N° 3298 - 10 luglio 2017

                                             Il Custode

domenica 9 luglio 2017

PERDUTA FIGLIA

E verranno persone
dentro i tuoi occhi stanchi
che ti diranno il mio nome
come fosse tragedia
ed uno dal viso di sabbia
porterà via la tua anima.

Tu, figlia oltre la nebbia
sarai comunque il richiamo
quello del sangue e del cuore
per quanto tu sia perduta
tu che apristi il tuo vaso
liberando l’odio e il rancore.

Verranno e mi malediranno
e tra i capelli del vento
la eco delle loro bestemmie
raggiungerà le tue labbra
tu abbine cura per sempre
come fosse il mio epitaffio.

Dentro lo specchio del tempo
la tua figura è esile
ed insegue le sue paure
le nasconde nella mia tasca
ma quel tuo sorriso complice
era appendice della derisione.

Tu, figlia in cima al monte
verso la neve ed il fuoco
e gente che non rassomiglia
a chiunque sia degno di te
tu che fosti il mio angelo
ed ora sei un mondo distante.

  N° 3297 - 9 luglio 2017

                                           Il Custode

sabato 8 luglio 2017

S

Il suo viso
mi ricordava una tempesta
navi e fulmini
in balìa di onde voraci.

L’oceano era mite
ma dinnanzi alla sua ombra
diventava ira
e sangue, e ancora delirio.

Si dichiarò strega
ma non era che illusione
seppure ne avesse
la malinconica, struggente bellezza.

Fece pozioni e fatture
per imprigionare le anime
ma bastò il suo sguardo
ed io fui perduto in eterno.

E la notte bruciava
come i falò nella foresta
quanto i suoi occhi
di pipistrelli in cerca di cibo.

Lei fu l’amore
la follia prima della caduta
ma il suo nome mi sfugge
o forse non lo so pronunziare.

E scelse il silenzio
per non destare il suo cuore 
che piangeva il bisogno
di amare e di essere amata.

  N° 3296 - 8 luglio 2017

                                           Il Custode

venerdì 7 luglio 2017

UNA STORIA

Fu uno sguardo intenso
ed un vortice di parole pensate
nello spazio di un solo attimo
ed improvviso, la folla
svanì nell’aria di luglio
le voci, dapprima uragano
tramutarono in brusii fastidiosi.

Insolenti, i loro occhi
come fanali dentro la notte
scandagliarono l’intera pelle
era il preludio della discesa
delle mani come brezza rovente
e i denti infilzati alle labbra
per trattenere sospiri proibiti.

Nel sottoscala, dentro un portone
come fossero animali in fuga
ma era tale quel desiderio
da ricercare peccato e libido
dentro ogni anfratto, in ogni pertugio
e qualcuno ascoltava i respiri
scuoteva la testa e se ne andava.

La loro eco gridava
ed i gemiti, e le frasi oscene
si arrampicarono verso il soffitto
ogni carezza sopra le cosce
era un’audace caccia al tesoro
intanto la gonna si sollevava
i pantaloni crollarono sul pavimento.

Accadde quell’istante
quando il serpente trovò il nido
e si insinuò con indecenza
dentro la carne di umido sale
però i baci non si incrociarono
per non rendere quella loro follia
un futuro che mai avrebbe potuto.

infine giunse l’epilogo
entrambi tornarono mondi distanti
due estranei bruciati dalla passione
si ricomposero nel totale silenzio
ed in silenzio ripresero il cammino
e quel vortice di parole pensate
diventarono polvere al vento.

  N° 3295 - 7 luglio 2017

                                          Il Custode