Cammino
ed ogni passo che spendo
mi allontana dalla mia meta
e seppure io non ricordo il mio nome
so che non era molto importante.
Il cielo mi
piace
così terso e privo di odori
si confonde con il mare silente
potrei fermarmi in questo posto
secoli interi e notti infinite.
E parlo alla
luna
la ringrazio per la sua bellezza
lei raccoglie la stella migliore
e la posa nelle mia mano
brucia un poco, ma mi abituerò.
E vedo i campi
oltre il muro eretto dagli uomini
tra le croci, sopra le lapidi
scintillano e danzano i fuochi fatui
ed allietano le anime libere.
Che pace
sublime!
Ho sbagliato la mia direzione
ma non sono affatto pentito
mi sento contento di essere vivo
poiché, grazie a Dio, sono ateo.
È questo il
miracolo
una brezza che pare un sospiro
ora incespica tra i miei capelli
sopra una panchina, sotto un lampione
io svanisco e divento un pensiero.
N°
3157 – 18 luglio 2016
Il Custode
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