Io sono una
piccola cosa
che fende le rughe dell’acero
ma dentro il tuo sguardo stupendo
mi sento padrona del mondo.
Mi crogiolo in
fondo al crepuscolo
sopra il filo della sera nascente
e resisto ai capricci del vento
che vorrebbe soffiarmi lontano.
Tu saprai come
prenderti cura
dei miei occhi fragili e lucidi
sfregiato dalla magnifica luna
il tuo grembo è un’alcova sicura.
Sotto il sole
io sarei perduta
condannata a svanire all’istante
nell’oblio rovente e misterioso
di un inferno che nemmeno conosco.
Il tuo cielo
mi ha lacrimata
mentre tu scendevi all’orizzonte
e adagiata sopra questa foglia
io mi sono innamorata di te.
Adesso, o
notte, baciami ancora
e non avrò nulla più da temere
solamente questo amaro rimpianto
che ben presto non ti apparterrò più.
N°
3140 – 17 giugno 2016
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