Sputa materia
viscida e gialla
la cagna che si appresta a morire
si contorce tra spasmi atroci
dopo annega dentro la sua urina.
Sopraffatta
dal sangue marcio
che schizza via dalla sua gola
la cagna rincorre ogni pensiero
e si adira perché non li sa dire.
Aveva scelto
di andare per sempre
distante dal mio amore insano
e quei sogni che io le ho dedicato
la cagna li ha gettati in una latrina.
La cagna
adesso rantola e piange
ed i suoi occhi sono bellissimi
io li guardo e vi trovo il riflesso
del dolore per il quale l’ho uccisa.
N°
3136 – 11 giugno 2016
Il Custode
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