…E la notte venne squarciata
dalla luce che vi si insinuava
le nuvole, di aspra salsedine
indossavano un vestito di tenebra
fu così che il suo primo vagito
ebbe il suono di un ruggito tremendo.
Verso ovest,
perché oltre era il nulla
dove la luna tingeva gli scogli
egli nacque, ma lo fece per noia
per l’egoismo di una madre distratta
dopo raccolse in un fazzoletto lindo
sterili sogni e promesse da dire.
Tra le zampe
di pipistrelli veloci
teschi e zolle di terra sconsacrata
per adornare la sua culla nera
per vedere i suoi occhi scintillare
e lontano, all’estremo Oriente
si celebrava l’anno della tigre.
Non seppe qual
era il suo destino
ma lo teneva come gli appartenesse
egli crebbe in un delirio gotico
con uno sguardo di misterioso enigma
egli amò, ma solamente per dispetto
poiché amare era debolezza e oblio.
Luglio era
stanco, pronto ad abdicare
a ritornare nel regno del silenzio
oramai uomo, seduto in riva al lago
egli posò un ricordo sopra una ninfea
e soffiò il vento dei suoi polmoni
un uragano a spettinare la pianura.
Ed uno
scricciolo gli sussurrò qualcosa
egli pensò di quando era un lupo
allora pianse sangue di stelle e ruggine
poi si nascose nel castello di Salem
e lontano, all’estremo Oriente
si malediva l’anno della tigre.
N°
3148 – 30 giugno 2016