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mercoledì 9 marzo 2016

SOGNO DEL PIPISTRELLO

Vorrei terminare i miei giorni
fra queste acque silenti
dove morire sarebbe meraviglioso
diventare polvere in questo lago.

Misterioso sicché così solo
quasi fosse una maledizione
manto morbido quanto il velluto
cuore leggero di carta velina.

Sogno, sebbene sia pigro
che la notte non abbia fine
per godere ancora e per sempre
dei baci lievi che dispensa la luna.

Ma questa mia anima è tuono
robusto ben più della tormenta
allora il mio canto si increspa
sino a tramutare in lamento.

Nelle tenebre, sublime rifugio
io, veloce come fossi il lampo
assaporo queste onde dolciastre
che desidero essere la mia dimora.

Sogno, seppure sia disilluso
di volare via dal pregiudizio
e non essere considerato malvagio
piuttosto un’ombra elegante nel cielo.

  N° 3086 - 9 marzo 2016

                                               Il Custode

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