Raggi di un sole caldo
taglienti come lame
dell’estate bastarda
che ti ha visto morire
e fanculo la vita
che mi fa male vivere
si fotta pure l’amore
che non mi basta più.
Restituiscimi il tuo sorriso
ed io ne avrò sempre cura
lo insegnerò al mondo intero
perché ne ha bisogno
lo scriverò nelle poesie
lo canterò nelle canzoni
stupidamente folle ed illuso
che questo fosse possibile.
indifferente come ogni volta
ma cosa sa lui di te?
Mese egoista ed
intransigente
e gli sarebbe bastato
guardarti
per leggere la tua anima
per fare un patto con il
destino
e lasciarti a me per sempre.
Ma domando perdono a chiunque
incrocio sopra il mio
sentiero
e non ha ancora capito
che i miei sentimenti sono
parole
buttate su semplici fogli di
carta
pretesto ipocrita e doloroso
per tenerli rinchiusi nel
cuore
e non condividerli mai.
Raggi di un sole caldo
come morsi di serpente
in questa estate bastarda
che mi riporta la tua
immagine
e fanculo la vita
a cui non riesco a dire
addio
e che affronto per inerzia
con le ferite di un
moribondo.
N° 1181 - 29 luglio 2008
Il Custode
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