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lunedì 21 marzo 2016

MORIBONDO

Raggi di un sole caldo
taglienti come lame
dell’estate bastarda
che ti ha visto morire
e fanculo la vita
che mi fa male vivere
si fotta pure l’amore
che non mi basta più.

Restituiscimi il tuo sorriso
ed io ne avrò sempre cura
lo insegnerò al mondo intero
perché ne ha bisogno
lo scriverò nelle poesie
lo canterò nelle canzoni
stupidamente folle ed illuso
che questo fosse possibile.

Ed agosto si avvicina
indifferente come ogni volta
ma cosa sa lui di te?
Mese egoista ed intransigente
e gli sarebbe bastato guardarti
per leggere la tua anima
per fare un patto con il destino
e lasciarti a me per sempre.

Ma domando perdono a chiunque
incrocio sopra il mio sentiero
e non ha ancora capito
che i miei sentimenti sono parole
buttate su semplici fogli di carta
pretesto ipocrita e doloroso
per tenerli rinchiusi nel cuore
e non condividerli mai.

Raggi di un sole caldo
come morsi di serpente
in questa estate bastarda
che mi riporta la tua immagine
e fanculo la vita
a cui non riesco a dire addio
e che affronto per inerzia
con le ferite di un moribondo.

Ciao Manuel, il tuo papà…

  N° 1181 - 29 luglio 2008

                                               Il Custode

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