Nel sentiero di questa trincea
seppellito dal fango umido
io non ti so più ascoltare
ma posso solamente maledirti
trattenendo a stento la
rabbia
dentro questi miei occhi
percossi
che troppe volte oramai
hanno imparato la morte.
Adesso io sto pensando a te
sopra questa collina
annerita
violentata dai colpi di
cannone
e mi sovviene la candida
ipocrisia
del tuo dipinto posto nella
chiesa
che profuma ancora i miei
ricordi
dell’infanzia e l’incenso
inebriante
e quei giorni sono troppo
distanti.
Bugiardo e sicuramente malvagio
che non piangi per i corpi
smembrati
di chi ha esaurito la sua
vita
aggrappato al filo spinato
arrogante nel farci espiare
una colpa
commessa in secoli oramai
lontani
ti sei manifestato come un
padre buono
ed un buon padre perdona
sempre i suoi figli.
Ma forse il tuo pensiero è corretto
perché quando osservo questi
soldati
appagati nello sventrare i
propri nemici
affondando piacevolmente la
baionetta
comprendo che noi non
meritiamo la tua pietà
e con rammarico e
rassegnazione
non leggo un destino per
questo mondo
non vedo futuro per l’intera
umanità.
N° 1129 - 19 giugno 2008
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento