Ogni attrezzo,
ogni sospiro letale
è riposto con cura maniacale
sugli scaffali e dentro le teche
dove si posa con garbo la polvere
ad occultare le macchie di sangue
e le inutili gocce di lacrime
il cui alone scintilla al sole
che si insinua dalla finestra.
Un corpo, o
ciò che ne rimane
chissà quanto tempo è trascorso
da quando giace sopra il suo letto
cullato dal ronzio degli insetti
e se non fosse stato a causa del lezzo
le mosche, i vermi ed i cani randagi
avrebbero continuato a banchettare
avrebbero fatto scempio dei resti.
Nella sua
stanza adesso è un via vai
e però a lui non importa più
la confusione ed il continuo cianciare
i lampi gelidi, gli scatti, le fotografie
i suoi segreti sono oramai rivelati
rinchiusi al buio, giù nella cantina
gli strumenti di dolore e di tortura
e le grida strozzate fra le pareti.
Adesso si
scava nel suo giardino
si levano le rose che scendono a riposare
moribonde sopra le zolle umide
sopra il terreno che è unto di morte
sono molti, sono troppi i cadaveri
la maggior parte oramai ossa e polvere
tutti coloro che smarrirono la vita
dacché entrarono nella casa del mostro.
N° 3092 - 23 marzo 2016
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento