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giovedì 31 marzo 2016

SUL BARATRO

Ti attenderò sul baratro
sulla soglia dell’addio
ed avrò la lacrima migliore
disegnata nei miei occhi.

Tu dovrai solo guardarmi
nella maniera che desideri
cosicché io conduca con me
quel tuo ultimo sguardo.

E mentre spalanco le mie ali
la brezza pare confondermi
la tua bellezza vuole irretirmi
ma non ho tempo per ascoltarti.

Osservami mentre spicco il volo
e tieni per te i miei pensieri felici
adesso che la tua polvere di fata
sembra avere svanito il suo effetto.

Io finalmente accarezzo le nuvole
faccio a gara con aquile e falchi
poi salgo fino al muso del sole
per riscaldarmi dal tuo gelo.

Ma sono arrivato troppo in alto
e calamitato dal tuo dolore
adesso scendo giù velocemente
morire è questione di un attimo.

Sono supino sopra l’asfalto
disteso in un letto di sangue
il mio respiro si frantuma
la mia vista si fa cieca.

Abbi cura dei tuoi momenti
dei baci che tu mi hai negato
adesso che sei un punto minuscolo
perduto dentro un cielo distante.

Io troverò un nuovo sentiero
sopra il quale venirti a cercare
e terrò aperta la soglia del cuore
affinché tu possa entrarvi ancora.

  N° 2000 - 9 marzo 2012

                                              Il Custode

mercoledì 30 marzo 2016

RUGHE

Rughe
lacrime di tempo
quanti giorni puoi spendere
per dire al mondo addio?

Bianchi
come i tuoi capelli
come quei momenti che oramai
non rammenti più.

Rughe
ritagli di una vita
che scioglie i suoi capricci
ma chi ti ascolterà?

Rughe
i vecchi sono soli
sono vittime di un tempo che
da tempo più non c'è.

Rughe
sogni nel cassetto
quanti ne puoi vendere
per non sentirti giù?

Solo
ma per quali colpe?
Questo mondo non ha pietà
si scorda, oramai, di te.

Rughe
ritagli di una vita
che scuce i suoi problemi
ma cosa cambierà?

Rughe
i vecchi sono soli
sono vittime di un tempo che
da tempo più non c'è.

  N° 521 – 31 gennaio 1985


                                             Il Custode

martedì 29 marzo 2016

AMORE ADDIO

Amore addio
unica luce degli occhi
poesia evaporata
in un tramonto cupo e solo.

Tu te ne vai
ed io purtroppo so
che non avrò qui con me
mai più nessuna come te.

Ti penserò
lungo le rughe sul cuore
principio di anima
voragine di nero rimpianto.

Nell’oscurità
non ho ricordi o pentimento
è la che io attenderò
gli ultimi giorni senza te.

Io so chi sei
l’ho letto nelle mie ferite
pagine e sangue
e cicatrici senza età.

Ma la mia vita
è una girandola di vento
che soffia il suo mormorio
ed allora, amore, addio.

  N° 3095 - 29 marzo 2016

                                               Il Custode

lunedì 28 marzo 2016

IL PASTO

Inebriante
quel sapore afrodisiaco
della tua carne gustosa
che percorre il mio palato
e tu, illusa d’essere amore
invece sei un pasto prelibato
e sangue che come nettare
scende nella mia gola.

Occhi sbarrati
ma non mi sento a disagio
io continuo a banchettare
con ciò che rimane di te
ed intanto sorseggio vino
ed assaporo tra i miei denti
frammenti della tua pelle
salata al punto giusto.

Ed eri bellissima
con quel tuo corpo perfetto
che mi faceva impazzire
fino a diventare ossessione
ma adesso nutrimi, o donna
poi non sarai che un rimpianto
tu, uccisa dalla mia follia
…e non ti ritroveranno mai!

  N° 3094 - 28 marzo 2016

                                                 Il Custode

domenica 27 marzo 2016

PREGHIERA DEL SOLDATO

Nel sentiero di questa trincea
seppellito dal fango umido
io non ti so più ascoltare
ma posso solamente maledirti
trattenendo a stento la rabbia
dentro questi miei occhi percossi
che troppe volte oramai
hanno imparato la morte.

Adesso io sto pensando a te
sopra questa collina annerita
violentata dai colpi di cannone
e mi sovviene la candida ipocrisia
del tuo dipinto posto nella chiesa
che profuma ancora i miei ricordi
dell’infanzia e l’incenso inebriante
e quei giorni sono troppo distanti.

Bugiardo e sicuramente malvagio
che non piangi per i corpi smembrati
di chi ha esaurito la sua vita
aggrappato al filo spinato
arrogante nel farci espiare una colpa
commessa in secoli oramai lontani
ti sei manifestato come un padre buono
ed un buon padre perdona sempre i suoi figli.

Ma forse il tuo pensiero è corretto
perché quando osservo questi soldati
appagati nello sventrare i propri nemici
affondando piacevolmente la baionetta
comprendo che noi non meritiamo la tua pietà
e con rammarico e rassegnazione
non leggo un destino per questo mondo
non vedo futuro per l’intera umanità.

  N° 1129 - 19 giugno 2008

                                                Il Custode

venerdì 25 marzo 2016

UN ISTANTE PRIMA DELLA FINE DEL MONDO

Io pensavo
ed intanto restavo seduto
giusto al centro del mio dolore
e la vita che avevo trascorso
mi mordeva alle caviglie
allora non riuscivo ad alzarmi.

E la terra franava
la montagna si fece pianura
io, oberato dai miei ricordi
non mi avvedevo di quelle zolle
che gonfiavano nelle mie tasche
come gemme di giovani fiori.

Il crepuscolo pregno di lampi
alle sue spalle la notte profonda
ma le stelle, da sempre pavide
si nascosero dietro la luna
in un tramonto che aveva l’odore
di lupi e gufi sfuggiti all’inverno.

In silenzio
io ascoltai il cianciare del vento
e non rammento come accadde
che la prima voragine mi divorò
so solamente che ebbi a pentirmi
un istante prima della fine del mondo.

  N° 3093 - 25 marzo 2016

                                                Il Custode

OMBRA (PARTE II)

Sto cercando di sfiorare il tuo viso
perché fuggi via?
Fredda e nera
come il mio cuore
sei forse il riflesso del mio dolore?
…E tu sai quanto è grande
perché non ti fermi
ad ascoltare il mio pianto?

Quante volte ho baciato il muro
ed ho sentito
la dolcezza delle tue labbra
…stupendo il suo sapore
che ancora non rammento
se fosse hascish o L.S.D.

Ma tu che sei arcobaleno
e sei le ali di cento farfalle
perché non resti
a penetrare nei miei occhi?

Io ti ho sorpresa a parlare da sola
in una notte di ghiaccio
quando si ha bisogno di qualcuno
tu, triste e leggera
come il mio sguardo
hai sorriso un sorriso invisibile
hai ascoltato i miei passi ubriachi
ed io ti ho detto la mia storia confusa
ed ho letto la tua storia misteriosa.

Ma se sei così simile a me
perché non sai tendermi la tua mano?
Perché non vuoi accettare la mia?
Tu vuoi, dunque, ch'io muoia da solo?

  N° 834 - 20 marzo 1989

                                              Il Custode

NIENTE DA OFFRIRE

Addio
parabole di vento
il veliero vola via
le vele sono gonfie oramai.

Tu sogna ancora
non piangere rimpianti
hai un'altra vita da cercare
se la tempesta finirà.

Ma ti fermi
ed osservo il tuo dolore
tu solo adesso forse sai
di quanto mi rimpiangerai.

Non c'è dolore nei miei occhi
il vento oramai si è già calmato
apro le ali verso il sole
tu parli e non ti so capire.

Ma tu, se puoi
non ti fermare mai
c'è ancora chi ti può ascoltare
e tenderà il suo sguardo su di te
valicherà montagne ed oceani
e ti porterà con sé
...io sono lontano dai giorni tuoi.

Vai via!
Non sei tu il mio destino
ma non morire (no!)
Il cielo non ti accoglierà.

Chi sei tu
per piangere al mio petto?
L'odio che provo ha oramai spezzato
quello per cui ho combattuto.

Non c'è più gioia né dolore
non posso più tornare indietro
c'è un mondo amico avanti a me
tu sogni e non ti sveglierai.

Ma tu, se vuoi
non ti pentire mai
la vita non ti aspetterà
tu che cresci a stento sai
che forse un giorno capirai che in te
non hai niente da offrire
...io volo lontano dagli anni tuoi.

  N° 832 - 6 marzo 1989

                                           Il Custode

mercoledì 23 marzo 2016

LA CASA DEL MOSTRO

Ogni attrezzo, ogni sospiro letale
è riposto con cura maniacale
sugli scaffali e dentro le teche
dove si posa con garbo la polvere
ad occultare le macchie di sangue
e le inutili gocce di lacrime
il cui alone scintilla al sole
che si insinua dalla finestra.

Un corpo, o ciò che ne rimane
chissà quanto tempo è trascorso
da quando giace sopra il suo letto
cullato dal ronzio degli insetti
e se non fosse stato a causa del lezzo
le mosche, i vermi ed i cani randagi
avrebbero continuato a banchettare
avrebbero fatto scempio dei resti.

Nella sua stanza adesso è un via vai
e però a lui non importa più
la confusione ed il continuo cianciare
i lampi gelidi, gli scatti, le fotografie
i suoi segreti sono oramai rivelati
rinchiusi al buio, giù nella cantina
gli strumenti di dolore e di tortura
e le grida strozzate fra le pareti.

Adesso si scava nel suo giardino
si levano le rose che scendono a riposare
moribonde sopra le zolle umide
sopra il terreno che è unto di morte
sono molti, sono troppi i cadaveri
la maggior parte oramai ossa e polvere
tutti coloro che smarrirono la vita
dacché entrarono nella casa del mostro.

  N° 3092 - 23 marzo 2016

                                                 Il Custode

lunedì 21 marzo 2016

MORIBONDO

Raggi di un sole caldo
taglienti come lame
dell’estate bastarda
che ti ha visto morire
e fanculo la vita
che mi fa male vivere
si fotta pure l’amore
che non mi basta più.

Restituiscimi il tuo sorriso
ed io ne avrò sempre cura
lo insegnerò al mondo intero
perché ne ha bisogno
lo scriverò nelle poesie
lo canterò nelle canzoni
stupidamente folle ed illuso
che questo fosse possibile.

Ed agosto si avvicina
indifferente come ogni volta
ma cosa sa lui di te?
Mese egoista ed intransigente
e gli sarebbe bastato guardarti
per leggere la tua anima
per fare un patto con il destino
e lasciarti a me per sempre.

Ma domando perdono a chiunque
incrocio sopra il mio sentiero
e non ha ancora capito
che i miei sentimenti sono parole
buttate su semplici fogli di carta
pretesto ipocrita e doloroso
per tenerli rinchiusi nel cuore
e non condividerli mai.

Raggi di un sole caldo
come morsi di serpente
in questa estate bastarda
che mi riporta la tua immagine
e fanculo la vita
a cui non riesco a dire addio
e che affronto per inerzia
con le ferite di un moribondo.

Ciao Manuel, il tuo papà…

  N° 1181 - 29 luglio 2008

                                               Il Custode

domenica 20 marzo 2016

LA SERA

E scorre il fiume
mormorando tra i prati
sotto il bacio del vento
che nasce dalle colline
e scintillano le onde
nello sguardo dei lucci
come gocce di lacrime
fiocchi di candida neve.

Ma seduta sulla riva
a sfiorare le acque
la tua bellezza è profonda
i tuoi occhi magnetici
e la luna ti osserva
ma rimane in disparte
per vederti ogni volta
mentre contempli la sera.

Poi si attardano stelle
disordinate nel cielo
a raccontare alle lucciole
i frammenti del tuo respiro
ti accarezzano il viso
e lo fanno con cura
come ritocchi su tela
tinte di calda poesia.

Ma seduta sulla riva
a giocare con i pensieri
il tuo corpo è stupendo
la tua voce sublime
ed i lupi ti ascoltano
come sempre estasiati
per ascoltarti ogni attimo
mentre canti la sera.
  
 N° 1701 - 8 febbraio 2010

                                                 Il Custode

sabato 19 marzo 2016

QUANDO ABITAVI I MIEI OCCHI

Striature di docili tenebre
e la notte quale stupenda regina
se tu tornassi sulle mie labbra
l’intero silenzio sarebbe poesia.

Poiché amarti fu fragile vetro
che scheggiò i tuoi deboli polsi
nel tuo sangue alcune gemme sbiadite
e l’inchiostro sfuggito al mio cuore.

Tu invocavi un demone obeso
ed io, muto, ascoltavo il tuo canto
era una splendida litania funebre
di gregoriana ed antica memoria.

Sicché sognarti fu tuono e tempesta
l’odissea di un gabbiano smarrito
la polena fatta di legno intarsiato
era il tuo viso come io lo ricordavo.

E però persino il dolore amaro
lo ingurgitavo con una tale veemenza
che la gola pareva implodesse
in frammenti di stelle alla rinfusa.

Ma nel vaso che fu di Pandora
l’uragano di pensieri distanti
mi rammenta che era davvero bellissimo
quando tu abitavi i miei occhi.

  N° 3091 - 19 marzo 2016

                                                Il Custode

venerdì 18 marzo 2016

L'IGNOTO

Solamente pochi gradini
e dopo, e finalmente
sarà di nuovo il tuo viso
il tocco morbido e caldo
delle tue labbra sopra le mie
solamente pochi gradini
e sembrerai ancora reale.

Basterà che io varchi il cancello
e l’istinto, e il tuo profumo
saranno come ago di bussola
che punta alla tua ombra
in attesa in cima alle scale
basterà che io varchi il cancello
per illudermi di rivederti.

Tra le crepe sulle pareti
scintilla il riflesso gelido
delle tue antiche lacrime
del sangue che ti dedicai
prima che la pianura crollasse
tra le crepe delle pareti
la eco della tua disperazione.

Adesso varco la tua soglia
dove un tempo tu mi attendevi
dove io ero felice di essere
le tenebre sono quelle di allora
ma tutto il resto è svanito
adesso varco la tua soglia
e mi inoltro verso l’ignoto.

  N° 3090 - 17 marzo 2016

                                                 Il Custode

giovedì 17 marzo 2016

IL DONO

Sfuggito alle tue labbra
e frutto di un desiderio
gusto di rosa che mescola
alla vaniglia in attesa.

Io rammento il tuo dono
dentro ogni notte perduta
ad immaginare il tuo viso
vicino alle bollenti rotaie.

E ciglia che si chiudevano
simili ad un riccio ferito
ma solo per tenere nascosta
la tristezza che si insinuava.

Ma gli occhi ti cercavano
simili a chiodi e catene
che si scioglievano al suolo
al lampo del tuo sorriso.

Sfuggito alle tue labbra
ma non il frutto del caso
io stringo forte il tuo dono
lo difendo a costo di uccidere.

In un pomeriggio assolato
tra gente rosa dall’invidia
alla luce delle bollenti rotaie
ma era reale il tuo bacio.

 N° 2031 – 27 marzo 2012


                                              Il Custode