Questa casa è
antica
di polvere e di ragnatele
e danzano in balìa del vento
che si insinua con insolenza
dagli infissi oramai pasto di tarme.
Crepuscolo e
dopo penombra
dipingono le stanze e i soffitti
e sogghignano alle pareti
individui abitanti dei quadri
spettri imprigionati sulle tele.
Saettano
veloci, le ombre
artigliate dalla mia vista
ogni tanto se ne ferma una
e mi urla qualcosa di osceno
che ben presto diventa un sospiro.
La foresta e
poi oltre l’oblio
ed una notte senza nessuna luna
io dimoro qui da molti secoli
e rammendo ricordi sgualciti
che conservo nel portavivande.
Sopraffatto
dall’odore di stantio
cerco di pensare un pensiero
che come se fosse un uragano
agita le fiamme dentro i lumi
poi si perde sotto il pavimento.
In questo
frastuono assordante
provocato dal totale silenzio
il mio cadavere in putrefazione
si culla con estremo garbo
sopra la vecchia sedia a dondolo.
N° 2860 - 1 marzo 2015
Il Custode
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