Fragili
come acerbe foglie
cullate dal vento freddo
dell’inverno
noi ci stacchiamo
dall’albero
e voliamo nel cielo immenso
per poi infrangerci al suolo
laddove il vento si è
calmato.
Fragili
come gocce di pioggia
perdute dal caldo temporale
dell’estate
noi ci ritroviamo
sull’asfalto
uniti in pozzanghere
multicolori
per poi evaporare verso il
cielo
sotto i raggi di un sole
cocente.
Fragili
come tu ed io
immersi nei nostri problemi
e tu non comprendi i miei
silenzi
mentre io non ho compreso
ancora
qual è il senso della mia
vita
qual è il senso di tutta la
vita.
N° 896 - 31 gennaio 1991
Il Custode
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