Spogliati ancora per me
e lascia scivolare
lentamente
i tuoi vestiti ed il tuo
pudore
lieve carezza sul pavimento
che mi rivela il tuo corpo
nudo
ed io mi eccito a dismisura
tanto che sale la voglia di
sesso
che sovrasta l’ipocrisia
vana
di chi da sempre lo chiama
peccato
ma il peccato sarebbe non
farlo.
Ed è un attimo che pare eterno
incrociare il tuo sguardo
perverso
alla ricerca del piacere
assennato
ed io non potrei mai
resisterti
ipnotizzato dai tuoi seni
esposti
dall’odore di mare e di
frutta
che sale rapido dalla tua
vulva
e percuote il mio debole
olfatto.
Adesso noi vinciamo entrambi
mentre le mani prendono a
toccarsi
a volare come farfalle
impazzite
ed io, folle di confusione e
libido
elemosino il tocco delle tue
labbra
dal petto che nasconde il
mio cuore
fino a dove il mio pene ti
attende
per fermarsi dentro il tuo
palato.
Ma questa volta è il mio turno
di cibarmi dell’organo
lucente
che modelli sulla vetta
delle gambe
poi ti stringo come avessi
paura
di smarrirti da un momento
all’altro
ma sono completamente in te
così tu non puoi più
sfuggirmi
ma restare inchiodata alla
mia mente
quale simbolo di un amore a
tempo
dolce emblema di erotica
frenesia.
N° 1270 - 7 ottobre 2008
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento