Io sarò un re
e ti condurrò nel mio
castello
ogni volta che la tua
ambizione
sentirà il desiderio di un
regno
ed un reame da governare.
Io sarò un giullare
e rallegrerò la tua
esistenza
ogni qualvolta che i tuoi
occhi
brilleranno di lacrime
d’agonia
ed uccideranno il tuo
sorriso.
Io sarò l’amore
e mi curerò del tuo cuore
quando la tua solitudine
sarà un fardello troppo
pesante
sul sentiero della tua
anima.
Io sarò il dolore
che tu depositerai in me
e che io ridurrò in frantumi
perché non ti possa scalfire
e non ti debba mai più
ferire.
Io sarò un bambino
e penderò dalle tue labbra
estasiato nell’ascoltarti
parlare
e supplicherò le tue carezze
quando la notte farà troppo
spavento.
Io sarò un uomo
e non potrò amare che te
e ti consegnerò il mio
destino
ma con l’orgoglio e la
dignità
di non essere mai il tuo
zerbino.
N° 1081 - 9 maggio 2008
Il Custode
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